sabato 14 novembre 2015

AVVISO PUBBLICO DENUNCIA UN AUMENTO RILEVANTE DELLE INTIMIDAZIONI E MINACCE A PUBBLICI AMMINISTRATORI

Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro ha presentato nei giorni scorsi a Roma il terzo rapporto sullo stato delle intimidazioni mafiose nei confronti degli amministratori pubblici alla presenza, tra gli altri, di Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, e del Ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta. Nel documento si trovano anche due importanti interviste: una di Agnese Moro a Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, Assessore del comune di Nardò, assassinata nel 1984; l’altra di Antonio Maria Mira al Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Un contributo è stato scritto anche dall’On. Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Purtroppo c'è stato u aumento degli atti di intimidazione e di minaccia, l'anno passato sono stati 351 almeno quelli censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2013. Un numero impressionante. Una media di 29 intimidazioni al mese. Praticamente un atto ogni giorno. E questi, sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza consultando una molteplicità di fonti di stampa, sia nazionale che locale.
Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 regioni, 67 province e 200 comuni.
Secondo Avviso Pubblico il primato quest’anno va alla Puglia, con 75 casi di minacce e di intimidazioni, seguita dalla Sicilia con 70 casi e dalla Calabria con 68 casi. In aumento anche i casi nelle regioni del Centro Italia, in particolare nel Lazio, e nelle regioni settentrionali, dove si è registrato il 12% dei casi.
Gli atti intimidatori sono per lo più diretti verso le persone, ma nel mirino ci sono anche strutture e mezzi pubblici, abitazioni, automobili e, nei casi più gravi, vengono colpiti anche parenti e familiari stretti.
La natura e le cause delle minacce sono diverse. Accanto alle intimidazioni aventi una probabile origine criminale e mafiosa vi sono anche quelle compiute da persone disperate, che incapaci di scorgere un futuro di speranza che superi l’attuale crisi economico-finanziaria, sfogano la loro rabbia sui rappresentanti politici a loro più vicini.
Leggete tutto il rapporto qui:

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