La Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei conti con la sentenza n. 256/2015 ha esaminato l'annosa questione del collaudo delle opere pubbliche stabilendo che sono responsabili per comportamento gravemente colposo i componenti di commissioni collaudo per incongrua valutazione, avvenuta mediante accordo bonario, delle riserve dell’appaltatore. Nella valutazione della misura del risarcimento riconoscibile, attraverso la procedura di accordo bonario, all’appaltatore, la commissione di collaudo deve tener conto del rischio derivante da ritrovamenti in zona di notoria vocazione archeologica di cui l’appaltatore era a conoscenza. Si tratta di un principio importante che ribadisce la ripartizione dei ruoli tra i tecnici incaricati della direzione dei lavori, quelli dipendenti dall'ente ed infine chi riveste incarichi di direzione politica.
Leggete qui il testo integrale della sentenza:
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/sentenze/2015/sentenza_256_2015_lazio.pdf
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