Prosegue in molti Comuni d'Italia la polemica sul servizio di mensa scolastica che viene sempre più rifiutato dai genitori che, forti delle numerose sentenze sull'argomento non accettano di usufruire della mensa per i loro figli e gli preparano un panino.
In alcune città sono sono solo il 20% dei genitori che usufruiscono ancora della mensa scolastica mettendo a rischio anche i contratti in essere con i fornitori del servizio in quanto il costo non viene più compensato dai ricavi e diviene antieconomico.
Esaminando le modalità di applicazione della tariffa richiesta ai genitori si vede che i problema è più sentito nei Comuni dove la tariffa giornaliera per i redditi più alti è molto elevata (fino ad oltre sette euro) mentre è minore dove le tariffe sono calmierate.
Così il fenomeno è elevato a Torino dove si pagano fino a 136 euro al mese per 20 pasti mentre è quasi inesistente nei Comuni come quello di Latina dove si pagano 80 euro (ridotti a 72 se si hanno più figli).
A Trieste le famiglie che superano la fascia delle esenzioni ISEE al massimo pagano € 4,93 a pasto che appare una cifra congrua.
Naturalmente i costi saranno anche diversi in base ai capitolati d'appalto.
Forse però alcuni Comuni dovrebbero valutare meglio certe scelte e fare una analisi dei costi migliore per poi applicare tariffe appropriate evitando di vessare le famiglie che poi sono costrette a difendersi come possono.
Alla fine chi ci rimettono sono sempre i bambini.
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