domenica 1 aprile 2018

QUALI E QUANTI ACCORDI CI SONO CON I FRANCESI ?

La stampa e tutti i media hanno dato risalto in questi giorni all'episodio avvenuto a Bardonecchia con cinque doganieri francesi penetrati in territorio italiano che avrebbero sottoposto ad accertamenti sanitari onde verificare l'eventuale positività all'assunzione di droghe un migrante sospettato di essere uno spacciatore.
Secondo il Ministro francese Gerald Darmian gli agenti avrebbero agito legittimamente in territorio italiano, «in virtù di un accordo sugli uffici a controlli nazionali abbinati del 1990, nel rispetto della legge e delle persone». Inoltre, in base allo stesso accordo, il locale della stazione di Bardonecchia usato per fare il test delle urine al nigeriano «con il suo consenso scritto», sarebbe «a diposizione della dogana francese» e «da qualche mese concesso anche all'associazione di aiuto ai migranti». Secondo la Farnesina invece le dogane francesi erano state «messe al corrente» che quei locali della stazione, «precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo sono più», proprio perché ormai occupati dall'Ong. 
Quindi è evidente che anche la Farnesina ammette l'esistenza di un accordo con i francesi (firmato a Chambery nel 1997).
Il problema allora è della interpretazione del testo dell'accordo ? Se il locale era stato messo a disposizione dei francesi per riposarsi perchè è stato usato per altri scopi ?
La vicenda secondo i giuristi sarebbe avvenuta in violazione del trattato di Schengen e delle norme italiane in materia di accertamenti sanitari obbligatori.
La questione è molto simile per taluni aspetti alla c.d. guerra dei gamberoni in base alla quale la Marina francese nel 2016 fermò alcuni pescatori che si trovavano nelle acque ora in territorio francese in base al famoso Trattato di Caen, firmato dal Ministro Gentiloni da oltre un anno all'epoca non ancora ratificato dal nostro Parlamento (ma solo da quello Francese) in base al quale sono stati ridisegnati i confini tra Italia e Francia al largo delle coste di Liguria e Sardegna. 
La Farnesina ha riferito che si tratta di un accordo maturato dopo dieci anni di trattative e che la firma posta dal ministro degli Esteri fosse un atto necessario per aggiornare i confini alla luce della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982. 
L’Italia avrebbe rinunciato ad alcuni tratti di mare al largo della Liguria (a nord della Corsica) e a qualche miglio di acque a est e sud-ovest della Corsica intorno alla Sardegna.
Si tratta di aree marine in parte protette perché utilizzate dai cetacei e in parte molto importanti per i pescatori essendo ricche di specie pregiate.
Molti dei pescatori italiani che operavano nel territorio, hanno contestato il governo per non essere stati chiamati in causa prima della firma.
Forse anche lì c'è stato un problema di interpretazione ?
Ma se ci sono tutti questi problemi nell'applicazione dei trattati c'è qualcosa che non va. o sono stati scritti male e allora ci sono delle responsabilità oppure c'è qualche altra cosa che non va.
Sarebbe opportuna una maggiore trasparenza su questi accordi e trattati  (ci sono, non ci sono ?) che non sembra siano rispettosi della nostra sovranità e dei diritti dei cittadini italiani o degli stranieri che sono ospiti sul nostro territorio.
Ma poi quanti altri trattati sono stati firmati senza che gli stessi cittadini della zona ne siano a conoscenza ?

Nessun commento:

Posta un commento