Con l’ultimo schema di decreto sottoposto al
consiglio dei Ministri del 25 agosto la Ministra Madia ha completato il lungo
percorso per l’attuazione della delega concessa dal parlamento per la riforma
della pubblica amministrazione, riordinando la dirigenza.
Una delle scelte che colpisce maggiormente è quella
della soppressione della figura del Segretario comunale.
Fino a quando la nuova riforma non avrà completato
i proprio iter i Sindaci seguiteranno a sceglierlo tra gli iscritti all'albo
nazionale per la durata del loro mandato.
Ma non è stato sempre così: la figura del
segretario comunale risale alla L. 20 marzo 1865, n. 2248 in base alla quale
ogni Comune era tenuto ad avere un Segretario comunale (che aveva diritto all'alloggio di servizio) con compiti ben precisi.
Il successivo TUEL n. 148/1915 ha modificato la
normativa, ma è con il nuovo Testo Unico n. 383/1934 che viene specificato che il
Segretari comunale ha la qualifica di funzionario dello Stato.
Di fatto con l’era fascista il Segretario comunale
era alle dipendenze della prefettura e questa situazione è proseguita senza
particolari modifiche per molti anni, anche dopo l’avvento della Repubblica.
Questo status è cambiato solo nel 1990 quando con
la L.142 per andare incontro con le esigenze autonomistiche dei Comuni fu
istituito l’Albo dei Segretari comunali e fu scritto chiaramente che il
Segretario avrebbe dovuto svolgere i propri compiti nel rispetto delle
direttive del Sindaco al quale era legato da una dipendenza funzionale.
Dopo un lungo braccio di ferro passato attraverso
la L. 127/1997 con cui fu attribuito chiaramente al Sindaco il potere di nomina
e di revoca.
La nuova impostazione è stata delineata meglio con
il D.lgs 267/2000, e i Segretari comunali, dipendenti dall'Agenzia autonoma sono
stati sempre più in balia dei Sindaci.
I compiti che fino ad oggi erano affidati al
Segretario comunale erano i seguenti:
- collaborazione e assistenza giuridico‐amministrativa
nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione
amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti.
- sovrintendere allo svolgimento delle funzioni
dei dirigenti e ne coordina l'attività, salvo quando ai sensi e per gli effetti
del comma 1 dell'articolo 108 il sindaco abbia nominato il direttore generale.
- partecipare con funzioni consultive, referenti e
di assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e ne cura la verbalizzazione;
- esprimere il parere di cui all'articolo 49, in
relazione alle sue competenze, nel caso in cui l'ente non abbia responsabili
dei servizi;
- rogare,
su richiesta dell'ente, i contratti nei quali l'ente è parte e autenticare scritture
private ed atti unilaterali nell'interesse dell'ente;
- esercitare ogni altra funzione attribuitagli dallo
statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco o dal presidente della provincia;
- esercitare le funzioni di direttore generale
nell'ipotesi prevista dall'articolo 108, comma 4.
Ora con la nuova riforma approvata da un Governo (che vede la presenza di alcuni ex Sindaci: Renzi e Delrio) questa figura non ci sarà più in quanto il Governo ha ritenuto di schierarsi
dalla parte degli autonomisti e quindi di sopprimere definitivamente questa
figura.
Si
tratta di una scelta che come troppo spesso accade quando c’è un problema,
invece di risolverlo, viene semplicemente cancellato.
Da
tempo le funzioni attribuite al Segretario comunale apparivano inadeguate ai
cambiamenti della pubblica amministrazione in quanto di fatto per lo più non si
occupavano di dirigere la complessa macchina amministrativa del loro Comune,
salvo nei casi in cui gli veniva attribuito l’incarico di Direttore generale.
Molti
Segretari si limitavano a fare i notai, timorosi di mettersi contro il Sindaco
che aveva il potere di rimuoverlo.
A
questo punto forse si è voluto fare chiarezza mettendo fine al tira e molla che si era trascinato in questi anni con varie commissioni di studio che però non erano giunte a conclusioni concrete e dandola vinta alla politica locale.
Con l'entrata in vigore della nuova normativa e quindi del ruolo unico dei dirigenti locali sarà soppresso l'Albo e i Sindaci potranno scegliersi un qualsiasi dirigente apicale all'interno del ruolo.
Altro che checks and balances!
Qui viene introdotto anche nei Comuni lo spoils system!
Neppure il tanto declamato taglio dei costi appare credibile in quanto gli ex Segretari comunali saranno trasformati in dirigenti.
Ma
che ne sarà delle amministrazioni comunali lasciate allo sbando in mano a
dirigenti messi a fare le funzioni di segretario comunale senza alcuna
formazione?
Come
faranno i piccoli comuni (privi spesso di altre figure dirigenziali) ancora una volta penalizzati dal fatto che potranno
avere un dirigente-segretario comunale solo a mezzo servizio, dato che dovranno
dividerlo con altri comuni associati?
Il
timore è che la situazione degli enti locali possa ulteriormente peggiorare e
con essa i rapporti con i cittadini.