Nei giorni passati ho inviato ai Sindaci dei Comuni che costituiscono con parte del loro territorio il Parco Nazionale de Circeo, una nota per sollecitare l’adozione di norme per regolamentare l’utilizzo di fitofarmaci, pesticidi ed altro sul territorio del Parco, con particolare riguardo alle aree in prossimità all'abitato o frequentate dalla popolazione quali: parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all'interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie.
Naturalmente copia della lettera è stata inviata anche al Presidente e al Direttore generale dell’Ente Parco in quanto com'è noto quella del Parco del Circeo è un’area densamente abitata che coesiste con attività agricole intensive.
Questa mia decisione ha avuto origine dall'entrata in vigore del Decreto del Ministro della salute del 9 agosto 2016 recante il divieto di commercializzazione dei prodotti a base di glifosato.
È noto il rischio dell’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura, specialmente a causa della scarsa informazione dei lavoratori, con particolare riguardo al rispetto delle norme di sicurezza specifiche per chi usa queste sostanze tossiche, nonostante l’Assessorato all'agricoltura della Regione Lazio abbia da tempo pubblicato una Guida per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari.
A livello scientifico è ampiamente documentato il nesso causale tra alcune sostanze e talune malattie anche gravi, che possono colpire gli agricoltori, le loro famiglie e quanti si trovano a vivere nei pressi dei campi o delle serre, per non parlare dei danni dovuti ai rischi per l’alimentazione umana causati dalla presenza di residui nei prodotti agricoli, ma anche in quelli di origine animale.
Con decreto dei Ministeri delle politiche agricole, dell’ambiente e della salute del 22 gennaio 2014 è stato adottato il Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) ai sensi del D.lgs 150/2012 recante “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”.
A seguito di una recente indagine dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), pubblicata nel 2016, le acque superficiali e sotterranee del Parco del Circeo hanno ricevuto il bollino rosso per la presenza di pesticidi con tutti gli inconvenienti facilmente immaginabili.
Nel corso dell’anno passato due operai sono stati ricoverati al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina in preda a crisi respiratoria e quest’anno è toccato a quattro abitanti di Borgo Vodice, residenti nei pressi di alcune serre nelle quali erano stati effettuati alcuni trattamenti; in entrambi i casi il problema è stato creato proprio dall'inalazione di prodotti erbicidi.
A sua volta il Ministero dell’Ambiente, del territorio e del mare, con un Decreto del 10 marzo 2015 ha approvato le Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette.
Purtroppo fino ad ora non risulta che siano state assunte iniziative concrete per dare attuazione a tali Linee guida nell'ambito del territorio del Parco del Circeo da parte degli enti locali.
Proprio di recente la Giunta regionale del Veneto ha approvato uno schema di regolamento comunale che limita l’utilizzo nelle aree urbane dei fitofarmaci e vieta l’uso di erbicidi, obbligando gli operatori a eseguire pratiche alternative al diserbo, che si aggiunge ad un altro di carattere più generale già emanato da tempo.
Ritengo che sarebbe quanto mai opportuno se tutti i Comuni che costituiscono il Parco Nazionale del Circeo, adottassero un Regolamento per disciplinare la materia al fine di assicurare una maggiore tutela dell’ambiente e delle persone che vi lavorano o vi abitano.
Ho offerto la mia collaborazione gratuita ai Sindaci e al Commissario straordinario del Comune di Sabaudia per la redazione del regolamento in parola.
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