Nella seduta del 21 dicembre la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie
e sulle altre associazioni criminali, anche straniere ha approvato la relazione sulle infiltrazioni di cosa nostra e della ’ndrangheta nella massoneria
in Sicilia e Calabria.
Un documento che rappresenta il risultato di un lungo lavoro e che mostra uno spaccato preoccupante sui rapporti tra massoneria e le più importanti organizzazioni malavitose.
La contiguità tra la cd. “massoneria deviata” e le cosche mafiose era già stata posta
all’evidenza nella relazione sui rapporti tra mafia e politica e nella relazione conclusiva (delle quali
cui fu relatore il presidente, on. Luciano Violante) approvate dalla Commissione parlamentare
antimafia nel corso dell’XI legislatura (Docc. XXIII, n. 2 e n. 14).
La Commissione ritiene che la normativa di attuazione (di fatto, inapplicazione)
dell'articolo 18 della Costituzione, in ordine al divieto delle associazioni segrete, da parte
della legge 25 gennaio 1982, n. 17 sia inadeguata e da superare, e che non sia opponibile
il diritto alla privacy anche alla richiesta della Commissione parlamentare di inchiesta.
Propone quindi la modifica di tale legge, unitamente ad altre proposte illustrate
diffusamente nella relazione sulle infiltrazioni di cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria in Sicilia.
Molto si deve alla Presidente Bindi il grande lavoro portato avanti durante questa legislatura dalla Commissione. Purtroppo l'on.le Bindi ha deciso di non ricandidarsi, sarà una grossa perdita.
COMMISSIONE ANTIMAFIA 21 DICEMBRE 2017
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