Su Forum PA c'è un interessane articolo di Giorgio Centurelli, membro del Comitato di indirizzo dei Piani di Rafforzamento Amministrativo che spiega cosa è questo nuovo strumento.
I PRA, secondo Centurelli sono uno strumento innovativo che l’Italia, unica tra gli Stati Membri dell’Unione, ha definito e attivato nella programmazione 2014-2020 della politica di coesione per intervenire a migliorare la capacità di gestione delle risorse dei fondi strutturali delle amministrazioni titolari di programmi operativi. I PRA rappresentano una parte dell’articolata strategia nazionale di rafforzamento della capacità amministrativa descritta nell’Accordo di Partenariato per l’Italia.
Centuralli ricorda come nel precedente periodo di programmazione ha messo in luce alcuni elementi di debolezza connessi alla capacità amministrativa che hanno rallentato i livelli di assorbimento delle risorse Ue da parte delle amministrazioni titolari di PO. Criticità più volte evidenziate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea e nell’ambito del Position Paper della Commissione sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi in Italia per il periodo 2014-2020.
Attraverso i PRA - prosegue centurelli - ogni amministrazione impegnata nell’attuazione dei Programmi Operativi esplicita, con riferimento a cronoprogrammi definiti, l’azione per rendere più efficiente l’organizzazione della sua macchina amministrativa. Sebbene i PRA costituiscano certamente uno strumento di project management non si limitano a questo, inquadrandosi in un processo più ampio che interessa diversi aspetti.
Centuralli sotolinea inoltre come un carattere fondamentale dei PRA è rappresentato dall’elevato livello di impegno assunto da parte dell’amministrazione. I PRA sono infatti sottoscritti dai Presidenti delle Regioni o dai Ministri e prevedono che un referente di vertice dell’amministrazione (Responsabile Tecnico del PRA) vigili sulla loro attuazione, verificandone - anche sulla base dei monitoraggi quadrimestrali - l’avanzamento e indicando eventuali azioni correttive per assicurare qualità, efficacia, efficienza e tempestività alle misure di miglioramento amministrativo contenute nei Piani. I Responsabili dei Piani costituiscono i punti di contatto delle amministrazioni titolari dei PRA con le strutture di governance centrali.
Un altro elemento essenziale - sempre secondo Centurelli - nel processo è il rafforzamento della rete partenariale. La collaborazione con le diverse componenti istituzionali coinvolte e con i partner operativi è parte di un’azione complessiva di rafforzamento che trae forza dall’analisi dei fabbisogni, dal confronto con i territori, dalla raccolta e messa a sistema di esperienze da condividere. Un’azione che punta anche a orientare l’operato dei soggetti coinvolti, a vario titolo, nella governance multilivello, con iniziative di apertura alla partecipazione del partenariato discendente nei processi di co-progettazione.
I Piani hanno una durata biennale e tutte le 29 amministrazioni titolari di PO hanno oggi un PRA approvato. La tipologia di interventi proposti dalle amministrazioni riguarda principalmente il ricorso a strumenti di semplificazione dei costi per consentire una riduzione degli oneri amministrativi dei beneficiari in fase di rendicontazione e controllo, anche al fine di focalizzare i progetti più sulla qualità che sui relativi processi di spesa. Altro aspetto individuato è la modellizzazione e standardizzazione dei processi e il rafforzamento delle strumentazioni informative di supporto alla gestione, alle attività di rendicontazione e controllo del Programma, alla digitalizzazione, alla dematerializzazione e all’interoperabilità tra banche dati.
Infine Centurelli spiega come nel 2017, al termine della prima fase biennale dei PRA, è previsto l’avvio di una seconda fase con una revisione dei PRA, basata sulla valutazione dei primi risultati conseguiti. La seconda fase integra elementi di forte semplificazione e di standardizzazione dei processi con l’obiettivo di superare alcune criticità incontrate nella prima fase. La seconda fase fa leva su un processo di autovalutazione strutturato attraverso il quale ogni amministrazione, compilando un questionario specifico, è stata chiamata a presentare gli interventi di successo, gli obiettivi programmatici, le criticità, i fabbisogni e le esigenze attuative che costituiranno la base dei nuovi Piani.
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