giovedì 7 dicembre 2017

MOLTO CRITICA LA SEZIONE DELLE AUTONOMIE DELLA CORTE DEI CONTI SULLE GESTIONI SOCIETARIE DEL LAZIO

La Corte dei conti, sezione delle autonomie ha presentato la propria relazione sugli organismi partecipati. Per quanto riguarda la Sezione regionale Lazio dal prospetto di monitoraggio dei piani di razionalizzazione di cui all’art. 1, cc. 611 e 612, l. n. 190/2014 e all’art. 20, d.lgs. n. 175/2016, emerge che la Regione ha presentato il proprio piano di razionalizzazione nel 2015 ed ha trasmesso la relazione sui risultati conseguiti nel 2016, mentre delle cinque Province laziali, quattro hanno inoltrato il piano di razionalizzazione nel 2015 ed una nel 2016; soltanto due Province hanno inviato, nel 2016, anche la relazione sui risultati conseguiti. Quanto alla situazione concernente il processo di riordino, razionalizzazione e riassetto organizzativo del complesso degli organismi partecipati della Regione Lazio, viene in considerazione la delibera di parifica del rendiconto generale, esercizio finanziario 2015, n. 119/2016/PARI e relativa relazione. 
Dal contenuto di quest’ultima emerge con chiarezza che la Regione Lazio ha mantenuto ferma la volontà di proseguire nel processo individuato nel piano di razionalizzazione con l’obiettivo di ridurre le partecipazioni dirette al numero di sei e di attribuire a quattro di queste un ruolo di rilievo in altrettanti settori. 
Al termine del processo di riordino, le partecipazioni societarie, secondo le dichiarazioni dell’ente, dovranno essere limitate a: 
1) “Nuova COTRAL S.p.A.” per il trasporto pubblico locale; 
2) “Nuova ASTRAL S.p.A.” per funzioni di agenzia per la mobilità (attività di progettazione,  realizzazione, manutenzione gestione della rete viaria regionale); 
3) “ Innova S.p.A.” per attività concernenti lo sviluppo economico regionale; 
4) “Nuova Lazio Service – Lait S.p.A.” a supporto dell’esercizio di funzioni amministrative regionali, gestione del sistema informativo regionale e attività di formazione; 
5) “SA.I.M. S.p.A.” per la gestione d’amministrazione dei contratti di locazione finanziaria in essere; 6) “Autostrade per il Lazio S.p.A.” per la realizzazione del progetto integrato “corridoio intermodale Roma-Latina e collocamento Cisterna-Val Montone”. 
Nel corso del 2016, l’Amministrazione regionale ha emanato le linee guida per il contenimento della spesa delle proprie società controllate anche al fine di fornire indicazioni alle stesse per una corretta e uniforme applicazione del quadro normativo e per l’adozione di criteri volti, principalmente, al contenimento della spesa con riduzione dei costi di gestione. L’art. 14 della direttiva sopraindicata ha disposto, inoltre, che la struttura competente per l’esercizio dei diritti del socio svolga, tra le altre, un’attività di monitoraggio periodico, con cadenza quadrimestrale, della situazione economico finanziaria e patrimoniale di ciascuna società controllata dalla Regione Lazio anche attraverso un idoneo sistema informativo finalizzato a rilevare i rapporti finanziari tra l’ente e le società controllate e partecipate, la situazione contabile gestionale organizzativa delle stesse, i contratti di servizio e la qualità dei servizi offerti nonchè il grado di rispetto delle norme di legge sui vincoli di finanza. Tale attività di vigilanza dovrebbe rendere possibile una interazione continua e diretta tra le strutture regionali deputate ad esercitare l’attività di vigilanza, controllo e monitoraggio e le società favorendo la redazione del bilancio consolidato della Regione, effettivamente rappresentativo della realtà economico-finanziaria. Anche per quanto attiene la dismissione delle partecipazioni in società che svolgono funzioni non strettamente indispensabili per la propria attività istituzionale, la Regione Lazio aveva rappresentato la volontà di dismettere entro il 2016 alcune società214, ma ha poi deciso di rinviare all’anno 2017 la dismissione delle quote azionarie detenute in “Alta Roma” e in “Centrale del Latte S.p.A.”. Per le partecipazioni indirette detenute per il tramite della “Lazio Innova S.p.A.”, la Regione ha concluso la procedura di recesso dal “Consorzio Sapienza innovazione” (partecipazione al 50% - esercitato anche per la partecipazione detenuta attraverso la controllata “BIC Lazio S.p.A.”) nonché l’uscita dalla società “Parco scientifico e tecnologico dell’alto Lazio S.c.r.l.” (partecipazione al 44,21%) a seguito della revoca dello stato di liquidazione. Viene rilevato, in particolare, che la società “Lazio Innova S.p.A.” ha attivato apposita procedura ad evidenza pubblica al fine di dismettere le partecipazioni detenute nella “Società per il Polo Tecnologico Industriale Romano S.p.A.” e nella “SIT S.p.A.”, ma la suddetta procedura è andata deserta, mentre è ancora in fase progettuale la fusione nella “Lazio Innova S.p.A.”, per incorporazione, della società “Risorsa S.r.l.” in liquidazione (partecipata al 100%) nonché della “Bic Lazio S.p.A”. Con delibera n. 220 del 3 maggio 2016, la Giunta regionale ha, altresì, deliberato di stralciare dal Piano operativo la cessione delle quote possedute dalla società “Lazio Innova” in “PA.L.MER S.c.a.r.l.” in quanto detta società rappresenta «per la Regione un asset fondamentale per lo sviluppo economico del Lazio in virtù della sua natura di acceleratore di trasferimenti tecnologici per le imprese regionali». Difficoltà sono state rappresentate anche nella dismissione delle partecipazioni detenute da “Co.tra.l. S.p.A.” in “ATRAL S.c.r.l.” (Azienda trasporti autolinee laziali) e in “STL S.c.r.l.” (Società trasporti laziali), mentre per le partecipazioni indirette detenute per il tramite di “Co.tra,l patrimonio S.p.A.”, è stato deliberato lo scioglimento e la messa in liquidazione della società “Lazio progetti e Servizi S.c.a.r.l.” in attesa della definizione di una questione pendente con l’Agenzia delle entrate. Nel settore dei rifiuti è stato avviato il percorso attuativo della dismissione della “Lazio Ambiente S.p.A.” con la previsione di individuare un soggetto terzo ed indipendente al quale affidare la funzione di advisor e cioè di supporto ai tecnici della direzione bilancio nella procedura di dismissione societaria. 
Quanto agli effetti finanziari delle procedure di dismissione e/o fusione, è stato rilevato che la chiusura della procedura di liquidazione di “Arcea Lazio S.p.A.” ha permesso di introitare circa 3 milioni di euro, mentre la costituzione della “Lazio Crea S.p.A.” (in data 22 dicembre 2015) mediante la fusione per unione delle due società “Lait S.p.A.” e “Lazio service S.p.A.” ha comportato un risparmio di circa 1,3 milioni di euro. 
L’affidamento pressoché totale alla “Lazio Innova S.p.A.” di attività inerenti lo sviluppo economico e la fusione per incorporazione di altre società del settore ha comportato un risparmio – quanto a spese di affitto di uffici, numero di componenti degli organi sociali e riduzione di dirigenti – di circa 8 milioni di euro dal 2013 al 2018, risparmio rapportabile alla riduzione degli stanziamenti per le società assorbite. 
Il Giudice del controllo ha evidenziato che il modello di governance delle società controllate, attuato dalla Regione è di tipo tradizionale e, dunque, la stessa sta realizzando la mappatura delle controllate partecipate, degli Enti pubblici dipendenti e degli organismi pubblici con personalità 107 Corte dei conti | Gli organismi partecipati dagli Enti territoriali giuridica di diritto privato, ciò anche ai fini di consentire la redazione del bilancio consolidato. 
Quanto alla verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri Enti strumentali e le società controllate partecipate, risulta che la Regione Lazio ha richiesto l’asseverazione delle relative poste di debito-credito vantati dagli enti e dalle partecipate e che, finora, non emergono posizioni di squilibrio tra agli impegni iscritti e l’ammontare complessivo dei crediti vantati dal sistema delle società e degli enti partecipati. 
Quanto ai piani di razionalizzazione delle società dei Comuni, si evidenzia come soltanto 13 enti abbiano presentato il piano 2017 e 19 enti abbiano anche depositato la relazione sui risultati conseguiti nel 2017. 
La Sezione regionale di controllo ha, altresì, rappresentato di aver, nel 2016, adottato varie delibere sulla gestione delle società partecipate dagli Enti locali e di aver espresso, all’esito dell’esame dei piani di razionalizzazione trasmessi, un solo giudizio positivo, mentre, nei restanti casi, è stata posta una riserva al fine di verificare la concreta attuazione delle misure adottate dagli Enti, tenuto conto di situazioni peculiari quali la pendenza di procedimenti giudiziari, amministrativi-liquidatori, di ritardi nella conclusione del processo di razionalizzazione previsto nel piano, di irregolarità dei piani di razionalizzazione o di ingiustificata inattività a fronte dei «rilievi esposti nelle precedenti deliberazioni nn. 5-2012-VSGF e 4/2014/VSGF permanendo il possibile rischio di possibili fatti elusivi dei vincoli posti agli enti locali in materia di personale» . 
In particolare, sono stati segnalati: 
a) difetti di compatibilità tra la normativa di riferimento e quanto dichiarato nel piano di razionalizzazione delle società ed organismi partecipati; 
b) mancate cessioni di società in disavanzo e ingiustificato protrarsi della relativa procedura nonostante il perdurare di perdite societarie in assenza di attività 
c) mancata iscrizione nei bilanci di competenza di partite debitorie con evidenti effetti sulla certezza e veridicità dei dati contabili riportati nel rendiconto del Comune; 
d) mancata conclusione del processo di razionalizzazione previsto dal piano operativo
e) mancata adozione del piano di razionalizzazione per un’azienda speciale del Comune e inadeguatezza delle misure adottate; 
f) carenze dei piani di razionalizzazione sotto il profilo della valutazione della indispensabilità della partecipazione comunale alle società. 
In questi ultimi casi, le affermazioni contenute nel piano sono apparse insufficienti a dare dimostrazione dell’indispensabilità della partecipazione comunale alla società, viepiù qualora la natura delle funzioni affidate all’esterno consistano in attività di supporto di quelle comunali e finiscano per rappresentare forme di esternalizzazione del servizio nonché strumento di elusione delle disposizioni di legge che impongono limiti alle spese di personale al fine di contenere la spesa pubblica, finalità perseguita anche dalla normativa che ha imposto la razionalizzazione delle partecipazioni societarie. 

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