domenica 17 dicembre 2017

LA SANITA' SARA' UNO DEI PUNTI IMPORTANTI DELLA NUOVA CAMPAGNA ELETTORALE

Grafico di #Truenumbers
L'ISTAT ha pubblicato il rapporto dei conti della sanità per l’Italia relativo al periodo 2012-2016. Una spesa che ha inciso sul Pil per un valore di poco meno del 9%.
Si  mantiene elevato il gap rispetto agli altri Paesi dell'europa occidentale in quanto la spesa italiana è del 31,2% inferiore, come affermato dal CREA.
Nello scorso anno, la spesa privata è stata pari a 37.318 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del 2,2%.
La spesa sanitaria pro capite ha registrato un aumento medio annuo dello 0,7% rispetto al 2012, con un valore di 2.466 euro. Inoltre, nel 2016 le spese per l’assistenza sanitaria e la riabilitazione sono state di 82.032 milioni di euro, con un’incidenza del 4,9% del Pil e del 54,9% sulla spesa sanitaria totale. Ammontano invece a 31.106 milioni di euro (pari al 20,8% della quota totale) le spese relative ai prodotti farmaceutici e ad altri apparecchi terapeutici.
Negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta dell'1% medio annuo contro il 3,8% degli altri Paesi dell'Europa”.
Il grafico in alto, elaborato da #Truenumbers  mostra, per ciascuno dei 28 paesi europei, la percentuale di Pil destinato alla sanità nel 2015. La media europea è rappresentata dalla colonna verde, la spesa italiana è la colonna blu, le ultime tre colonne in arancio mostrano tre stati europei esterni all’Unione: Islanda, Norvegia e Svizzera.
L’italia è la dodicesima nazione europea in quanto a spesa sanitaria. Il paese ha impegnato in questo settore il 7,1% del proprio Pil. La Danimarca è il paese europeo con la maggior percentuale di Pil spesa in sanità, vi destina l’8,6% del prodotto interno lordo. Gli altri stati che hanno registrato dei tassi così elevati sono stati la Francia (8,2%), i Paesi Bassi (8%) e l’Austria (8%).
In fondo invece si trovano la Romania (4,2%), la Lettonia (3,8%) e Cipro (2,6%). Peggio dei ciprioti ha fatto solo la Svizzera che ha destinato alla sanità solo il 2,2% del Pil prodotto nel 2015.
I dati relativi allo scorso anno rivelano che gli ospedali sono i principali erogatori di assistenza nel sistema sanitario italiano, con un'incidenza del 45,5% sul totale della spesa sanitaria corrente. Gli erogatori di servizi sanitari ambulatoriali si collocano al secondo posto, con un peso pari al 22,4%.
La spesa sanitaria dal 2010 al 2016 è diminuita in media dello 0,1% annuo;
L’anno 2018 fa comprendere, anche a un classicista, il concetto di definanziamento progressivo: la spesa sanitaria stimata per il 2018 dal Def 2014 in euro 121,3 miliardi precipita a euro 117,7 miliardi nel Def 2015 per poi essere ulteriormente ridotta a euro 116,2 miliardi nel Def 2016 e a euro 115,1 miliardi nel Def 2017; il finanziamento nominale per il 2018 dai 115 miliardi di euro fissati dall’Intesa 11 febbraio 2016, viene ridotto a 114 miliardi di euro dalla legge di Bilancio 2017 ai 113,39 miliardi di euro dal Dm 5 giugno 2017 e rischia di lasciare per strada altri 300 milioni di euro con la legge di Bilancio 2018.
Chi soffrirà maggiormente per questi tagli saranno i soggetti fragili : anziani, famiglie meno abbienti, ecc.
Il nuovo Governo dovrà affrontare con decisione questo problema

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