lunedì 11 gennaio 2016

UN PIANO PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE PER SABAUDIA

PARCO DELLA MAREMMA
Leggo sulla stampa di alcuni interventi per la realizzazione di nuove piste ciclabili a Sabaudia.
Voglio precisare che personalmente ritengo che le piste ciclabili (o pedo-ciclabili) specialmente in un luogo come all'interno del Parco Nazionale dovrebbero essere potenziate e almeno in qualche caso essere alternative.
Lasciare il traffico automobilistico per relegare in maniera sacrificata ad un lato della strada i ciclisti mi sembra una scelta non condivisibile in quanto, da una parte non si diminuisce il traffico e dall'altra non si abbatte l’inquinamento.
Prevedere una pista ciclabile solamente in un tratto della strada lungomare (anche se esistono alcuni tratti scollegati sparsi sul territorio) denota ancora una volta la mancanza di una visione complessiva del problema della mobilità urbana; del resto non è stato mai approvato un piano per la mobilità sostenibile ma neppure il Piano generale urbano del traffico per la mobilità urbana e sarebbe ora che venisse fatto. 
Tutti sanno che il sito di interesse comunitario sulla lungomare è rappresentato dall'area denominata “Dune del Circeo”, che si estende per 441 ha e che include tutta la fascia dunale di Sabaudia e Latina, un ambiente prezioso che andrebbe protetto maggiormente per difenderlo dall'antropizzazione. 
Sarebbe auspicabile un percorso ciclabile da Rio Martino a Torre Paola che nel primo tratto potrebbe utilizzare la strada interrotta con costi minimi, offrendo un paesaggio bellissimo.
Altri parchi come quello dell’Uccellina in Toscana vietano l’accesso alle auto ed hanno organizzato dei parcheggi di scambio con dei bus elettrici per l’accesso alla spiaggia, oppure offrono delle vere piste con sede autonoma. 
Ho peraltro motivo di ritenere che alcuni che scrivono su questo argomento non conoscano appieno la normativa. 
Con il D.M.30 novembre 1999, n. 557 è stato approvato il Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili. 
In particolare in base al predetto D.M. le finalità ed i criteri da considerare a livello generale di pianificazione e dettagliato di progettazione, nella definizione di un itinerario ciclabile sono: 
a) favorire e promuovere un elevato grado di mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all’uso dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei collegamenti con il territorio contermine, che si ritiene possa raggiungersi delle località interessate, con preminente riferimento alla mobilità lavorativa, scolastica e turistica; 
b) puntare all'attrattività, alla continuità ed alla riconoscibilità dell'itinerario ciclabile, privilegiando i percorsi più brevi, diretti e sicuri secondo i risultati di indagini sull'origine e la destinazione dell'utenza ciclistica; 
c) valutare la redditività dell'investimento con riferimento all'utenza reale e potenziale ed in relazione all'obiettivo di ridurre il rischio d'incidentalità ed i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico; 
d) verificare l'oggettiva fattibilità ed il reale utilizzo degli itinerari ciclabili da parte dell'utenza, secondo le diverse fasce d'età e le diverse esigenze, per le quali è necessario siano verificate ed ottenute favorevoli condizioni anche plano-altimetriche dei percorsi.
Premesso che l’ideale sarebbe di poter disporre di piste ciclabili in sede propria ad unico o doppio senso di marcia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore, nel caso in cui la pista ciclabile sia ricavata dalla carreggiata stradale può essere solo ad un senso di marcia; infine, qualora la pista venga realizzata sul marciapiede a doppio senso di marcia, l’ampiezza dello stesso deve essere tale da non arrecare pregiudizio alla circolazione dei pedoni (art. 6 del D.M.).
La misura delle piste ciclabili a doppio senso di marcia deve essere di mt. 2,50 (mentre deve essere di mt. 1,50 nel caso di corsia unica). 
Naturalmente, nel caso in cui, sia prevista anche la sosta degli autoveicoli sul lato opposto la larghezza degli stalli stabilita dal Codice della Strada è di mt. 2,00.
Il C.d.S. prevede che la larghezza della sede stradale sia come minimo di mt. 2,75 per corsia di marcia (per un totale di almeno mt 5,10), il che desta alcune perplessità circa la possibilità di realizzare alcuni progetti, tenendo presente che sulla strada lungomare deve anche transitare l’autobus navetta. 
La larghezza complessiva della strada (compresa la pista ciclabile) dovrebbe così essere di almeno mt. 10,10, mentre una misurazione effettuata da me sarebbe di soli mt.8,20, a meno di eliminare completamente le banchine da entrambi i lati e asfaltando tutto, ma allora che piacere ci sarebbe più ad andare in bicicletta sulla strada lungomare? 

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