Più volte ho sollecitato l'adozione di provvedimenti più attenti alla sicurezza della città.Com'è noto il Governo ha adottato da qualche tempo un decreto legge che è oggi all'esame del Senato ( ddl 2754 ).
Dal dossier predisposto dagli uffici del Parlamento si legge che il decreto-legge finalmente introduce il concetto della sicurezza integrata intendendo con questa locuzione, l'insieme degli interventi assicurati dallo Stato e dagli enti territoriali nonché da altri soggetti istituzionali, al fine di concorrere, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all'attuazione di un sistema unitario e integrato con la finalità del benessere delle comunità territoriali (art. 1) e, per sicurezza urbana, il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso una serie di interventi, quali quelli di riqualificazione - anche sociale, culturale e urbanistica - delle aree o dei siti degradate, l'eliminazione dei fattori di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, la promozione della cultura del rispetto della legalità e l'affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, cui concorrono prioritariamente, anche con interventi integrati, lo Stato e gli enti territoriali, nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni (art. 4).
Nell’ambito della programmazione e determinazione delle competenze, il provvedimento prevede l’adozione di “linee generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata”, adottate, su proposta del Ministro dell'interno, con accordo sancito in sede di Conferenza unificata (art. 2). In attuazione di tali linee guida, ai sensi dell’art. 3, lo Stato e le regioni possono concludere specifici accordi anche per disciplinare interventi a sostegno della formazione del personale della polizia locale e, ai sensi dell’art. 5, possono essere sottoscritti patti per l’attuazione della sicurezza urbana tra il prefetto ed il sindaco, nel rispetto di linee guida adottate con accordo in sede di Conferenza Stato.città su proposta del Ministro dell’interno.
Viene definita quale bene pubblico afferente “alla vivibilità e al decoro delle città” (articolo 4).
Il medesimo articolo, nel dettare la definizione di “sicurezza urbana” ai fini del decreto, provvede ad individuare altresì alcune aree di intervento volte a promuovere la sicurezza urbana, quali:
la riqualificazione - anche urbanistica, sociale e culturale come specificato nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati - e il recupero delle aree o dei siti degradati;
l'eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale;
la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio (c.d. street crime, relativa a reati ad alto tasso di allarme sociale quali furti e rapine);
la promozione della cultura del rispetto della legalità, come risultante dall'approvazione di un emendamento nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati (in cui sono state aggiunte le parole "della cultura");
l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile.
La definizione di sicurezza urbana introdotta dal provvedimento in esame riprende quella recata dal D.M. 5 agosto 2008, secondo cui per sicurezza urbana si intende “un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell'ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale”. Tale decreto è stato adottato in attuazione dell’articolo 6 del D.L. 92/2008 che ha apportato alcune modifiche sostanziali all’art. 54 del testo unico sull'ordinamento degli enti locali (D.Lgs. 267/2000), tra cui l’ampliamento dei poteri di ordinanza del sindaco, al fine di consentirgli l’adozione di provvedimenti, sia in via ordinaria, sia con procedura di urgenza, qualora si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli non solo per l’incolumità pubblica, come già previsto, ma anche per la sicurezza urbana, la cui definizione, appunto, veniva demandata alla adozione di un apposito decreto ministeriale.
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