Uno dei tanti problemi del Comune di Sabaudia è
rappresentato dal randagismo che comporta implicazioni di ordine sanitario, ma
anche sociale, oltre che costi rilevanti; esiste in proposito una Ordinanza del
Ministero della salute del 16 luglio 2009 che stabilisce i requisiti dei canili e come debbono essere gestiti.
In base ai
principi e agli indirizzi enunciati dalla legge quadro nazionale n. 281 del 14
agosto 1991 in materia, ogni Comune deve provvedere:
- alla costruzione dei canili
pubblici;
- al risanamento dei canili
esistenti;
- alla sterilizzazione dei
cani e dei gatti;
- alla creazione della figura
del cane di quartiere;
- all’iscrizione dei cani
all’anagrafe canina;
- alla protezione dei gatti
in libertà;
- alla creazione di una
coscienza zoofila tramite campagna di educazione sanitaria e ambientale.
Un Comune come quello di
Sabaudia con una popolazione superiore ai ventimila abitanti avrebbe dovuto prevedere
nei propri strumenti urbanistici, nelle aree destinate a servizi, la
realizzazione di un canile rifugio, ma nonostante i ripetuti solleciti e benché
fosse stata reperita anche un’area idonea di proprietà della regione, non è
stato possibile ottenere nulla dalle passate amministrazioni che hanno preferito
a privati la custodia e il mantenimento dei cani randagi pagando anche somme
elevate e con risultati non sempre apprezzabili. Per molte volte gli uffici
hanno prorogato i contratti in essere con alcune strutture private presenti nel
territorio di altri Comuni (Sermoneta, Lenola, Itri, Gaeta, ecc.) senza che
fosse fatta una nuova gara.
Ora, finalmente
all’Albo Pretorio comunale è stato pubblicato un avviso di gara che prevede la
custodia di circa 100 cani ad un costo di circa 111.000 euro l’anno per tre
anni.
Si tratta senza
dubbio di un tentativo apprezzabile per fare chiarezza sia sui costi che sulle
condizioni in cui vanno tenuti i cani.
Nel capitolato
speciale viene indicato da un parte un costo presunto pro capite e pro die di €
3,05 (art. 2), mentre da un’altra parte (art. 3) il prezzo a base d’asta sarebbe
di € 3,10.
Ma il problema più
grave è che non viene previsto nulla in merito agli adempimenti relativi alla
scadenza del contratto, cioè di come i titolari del canile dovranno comportarsi
per i cani custoditi.
Non è molto chiaro neanche come saranno fatti i
controlli su come sono tenuti i cani e l’accertamento su quelli presenti (può
capitare infatti che muoiano e che il titolare dimentichi di segnalarlo).
Mi auguro fortemente che la nuova amministrazione possa
prendere in esame la mia proposta presentata già da tempo per la realizzazione
di un “parco canile” comunale, che
possa ospitare non più di duecento cani, che disponga di ampi spazi verdi,
consentendo agli animali l’indispensabile movimento, visite didattiche alle
scolaresche, attività di pet-therapy, ecc. e che possa essere dato in gestione
ad una associazione senza fine di lucro che garantisca un servizio adeguato
alle aspettative degli amici degli animali.
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