sabato 21 ottobre 2017

IL REFERENDUM, LE COMPETENZE AUMENTATE E IL RISCHIO DELLA PERDITA DELLA SOLIDARIETA'

La rivoluzione francese a cui in gran parte si sono ispirate tutte le Costituzioni, compresa la nostra era basata su tre valori: Libertè, Egalitè e Fraternitè. 
Per quanto riguarda la "Fraternitè" questa è prevista anche nella nostra Costituzione come "solidarietà" . In particolare l'art. 119 prevede che "La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni".
Tra poco saranno aperte le urne per i referendum indetti dalla regione Lombardia e dalla regione Veneto. Il contenuto del referendum consiste nel chiedere agli elettori se sono d'accordo nel chiedere al Governo centrale ai sensi del terzo comma dell'art. 116 della Costituzione ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti giustizia di pace, istruzione e tutela dell'ambiente e dei beni culturali oltre alle materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 che attualmente formano materie di legislazione concorrente: 
-rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; 
- tutela e sicurezza del lavoro; 
-istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
- professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; 
-ordinamento sportivo; 
-protezione civile; governo del territorio; 
-porti e aeroporti civili; 
-grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; 
- previdenza complementare e integrativa; 
- coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; 
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; 
-casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; 
-enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
L'attribuzione di ulteriori competenze ad alcune regioni dovrà essere accompagnata dalle risorse per farvi fronte il che non è un problema visto che sono regioni che hanno un tasso di sviluppo molto elevato, tra i primi in Europa, ma potrebbe mettere a repentaglio il fondo di solidarietà e quindi i bilanci delle regioni del sud che, anche a causa della progressiva riduzione della popolazione sono sempre più in difficoltà ad assicurare alcuni standard minimali.
Già oggi ad esempio nella sanità si assiste ad un profondo divario tra nord e sud.
Nel caso in cui il referendum raggiunga il quorum e i cittadini delle due regioni votino "Sì", i rispettivi presidenti apriranno la vertenza nei confronti del Governo per raggiungere una intesa.
La proposta di legge conseguente dovrà essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti.
Nel caso in cui fosse approvata la legge avremmo una ulteriore differenziazione tra le regioni a statuto speciale, quelle con le competenze aumentate e tutte le altre.
Sarebbe ora invece che il Governo cominciasse a pensare alla eliminazione delle regioni a statuto speciale dato che almeno nella maggioranza dei casi non sembra che tale status abbia aiutato lo sviluppo (se non di alcuni).



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