L'Associazione TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA ha presentato oggi il proprio rapporto annuale.
L’ analisi sulla situazione attuale del nostro Paese ci dice che il quadro della lotta alla corruzione è spaccato in due. Abbiamo un apparato normativo che con 62 punti su 100 risulta sufficiente, ma l’applicazione pratica e la capacità sanzionatoria e repressiva delle istituzioni raggiunge un punteggio di soli 45/100.
IN SOSTANZA SIAMO STATI COLLOCATI AL 60° POSTO.
Sono state analizzate a fondo leggi e pratiche anticorruzione nel settore pubblico, privato e nella società civile. Analisi necessaria per valutare le effettive capacità del nostro Paese di far fronte al problema della corruzione.
Dall’inizio dell’anno ad oggi sono più di 560 i casi di corruzione riportati dai media.
Le lacune normative non aiutano la lotta.
In primis la mancanza di tutele per chi segnala casi di corruzione (whistleblower) e l’assenza di una regolamentazione delle attività di lobbying, che raggiungono rispettivamente un punteggio di 25/100 e 29/100. Se sul whistleblowing qualcosa si sta muovendo, sul lobbying siamo ancora molto lontani da una qualsivoglia regolamentazione.
In cima alla classifica dei settori in cui legge e pratica funzionano meglio nell’arginare i fenomeni criminali in oggetto, troviamo il sistema antiriciclaggio (75 punti su 100) e gli obblighi di trasparenza a livello contabile (89/100). Questo grazie soprattutto alla recente reintroduzione del reato di falso in bilancio.
Insufficiente è invece il quadro del settore privato (51/100). Questo soprattutto per il gap tra le grandi aziende, più all’avanguardia sui temi della trasparenza e dell’integrità, e le piccole e medie imprese, ancora lontane dall’affrontare il fenomeno con strumenti adeguati.
Anche la società civile e i media, con un punteggio di 42/100, risultano avere un ruolo abbastanza marginale nel promuovere la lotta alla corruzione. I media sono lontani dall’essere dei veri e propri “cani da guardia”. Se di corruzione se ne parla, sono rari però gli approfondimenti e le campagne mediatiche sul tema.
Per cambiare lo stato delle cose, è necessaria un’agenda di priorità che Governo e Parlamento, attuali e futuri, dovrebbero seguire se realmente interessati a far fronte al problema cronico della corruzione.
Tra queste: la legge sul whistleblowing, la regolamentazione del lobbying, il rafforzamento dei presidi anticorruzione negli enti pubblici dotando di maggiori risorse i Responsabili per la Prevenzione della Corruzione, una semplificazione delle leggi per evitare abusi e maggiori investimenti sull’educazione civica dei giovani, per formare una società più informata, consapevole e attiva.
IL DOCUMENTO LO TROVATE QUI:
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