mercoledì 18 ottobre 2017

UNA PROPOSTA DI LEGGE IN PARLAMENTO PER RENDERE OBBLIGATORIO IL BILANCIO PARTECIPATIVO

Sempre più amministrazioni locali scelgono la via del bilancio partecipativo.
Ora con la proposta di legge n. 4532 gli onorevoli Castelli, Dadone, D'Ambrosio ed altri intendono predisporre e offrire un quadro normativo indispensabile per garantire un maggiore potere decisionale dei cittadini nelle scelte riguardanti il territorio in cui vivono, attraverso l’uso del bilancio partecipativo, vincolando le modalità di scelta della destinazione d’uso di una parte delle spese programmate dalle regioni e dai comuni. 
Quindi la destinazione d’uso di una quota pari ad almeno il 2 per cento delle spese programmate dagli enti locali sarà decisa dalla popolazione tramite lo strumento del bilancio partecipativo. 
La  proposta di legge intende fare sì che una parte della scelta su quali destinazioni siano preferite o comunque sentite come necessarie dai cittadini di un territorio sia affidata ai cittadini del territorio stesso, favorendo così scelte più performanti e corrispondenti ai reali bisogni della popolazione.
Il bilancio partecipativo è un procedimento attraverso il quale la popolazione, individualmente e attraverso le proprie forme di aggregazione sociale, è chiamata a stabilire le modalità di assegnazione delle risorse a disposizione dell’ente locale o di una parte di esse. 
Attraverso il bilancio partecipativo è possibile costruire un rapporto diretto tra i cittadini e la governance locale, riavvicinando le persone e l’elettorato alla politica e al governo del territorio. 
Esso rappresenta uno strumento privilegiato per favorire una reale apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici, superando le tradizionali forme meramente consultive e creando un ponte tra democrazia diretta e rappresentata. 
È un esempio pratico di democrazia partecipativa e diretta, diventandone uno strumento indispensabile, dato che l’attuabilità di politiche e la fattibilità di interventi sul territorio sono determinate dalla copertura finanziaria e dalla possibilità di effettuare investimenti economici.
Consentendo la condivisione di una porzione della spesa pubblica, il bilancio partecipativo punta a raggiungere i seguenti obiettivi di governance: 
a) aumentare la trasparenza della politica fiscale e della gestione della spesa pubblica; 
b) ridurre gli episodi di corruzione; 
c) massimizzare la partecipazione al processo politico attraverso il miglioramento della responsabilità pubblica e della fiducia dell’elettorato; 
d) creare i presupposti per una buona governance in termini di urbanistica e di amministrazione socio-economica. 
È previsto un Fondo di 1 milione di euro annui per tre anni per la creazione di software a sorgente aperta (software libero) al fine di consentire la predisposizione e l’utilizzo degli strumenti di democrazia partecipativa, da mettere a disposizione di regioni e comuni.
Peccato che alcune amministrazioni che nel loro programma elettorale avevano inserito questo tema ancora non abbiano fatto nulla.

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