martedì 17 ottobre 2017

SABAUDIA. IL SINDACO NOMINA IL SEGRETARIO GENERALE COME RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA

Con proprio decreto n. 36 in data 16 ottobre  il Sindaco di Sabaudia ha nominato il Segretario generale quale responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza. 
Si tratta di un atto dovuto  in base alla legge 190/2012  e al D.lgs 97/2016.
Dopo che il sogno del ministro Madia di sopprimere la categoria dei segretari comunali si è infranto sulla pronuncia della Corte Costituzionale n. 251/2016  ecco che ai segretari comunali vengono attribuiti compiti centrali che ne valorizzano l'indipendenza rispetto a chi li ha scelti (il Sindaco). 
Uno dei pilastri del sistema di prevenzione della corruzione è la “gestione del rischio corruttivo”. La metodologia utilizzata nel nostro Paese deriva dalla tecnica denominata “risk assessment”, volta alla determinazione del rischio associato a determinati pericoli o sorgenti di rischio che può essere applicata ai più svariati campi, dal settore alimentare, alla gestione ambientale, così come alla valutazione dei rischi per la salute e sicurezza nel lavoro. Nelle pubbliche amministrazioni questo sistema rientra nella pianificazione della prevenzione della corruzione e consiste in un processo che si caratterizza per le seguenti fasi: 
- indicazione delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, “aree di rischio”; 
- indicazione della metodologia utilizzata per effettuare la valutazione del rischio;
- programmazione delle misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, in riferimento a ciascuna area di rischio, con indicazione degli obiettivi, della tempistica, dei responsabili, degli indicatori e delle modalità di verifica dell’attuazione.
Il processo di gestione del rischio corruttivo si articola come segue:
  • L’individuazione delle aree di rischio
  • La mappatura dei processi
  • La pianificazione del trattamento del rischio
  • Il monitoraggio e la rendicontazione
  • Le aree di rischio
La prima fase consiste nella elencazione degli ambiti omogenei di intervento di ciascuna amministrazione, ma la mappatura dei processi è da ritenersi centrale e nel documento di aggiornamento 2015 al PNA viene definita così: “è un modo “razionale” di individuare e rappresentare tutte le attività dell’ente per fini diversi” e “assume carattere strumentale a fini dell’identificazione, della valutazione e del trattamento dei rischi corruttivi12. L’effettivo svolgimento della mappatura deve risultare nel PTPC. L’accuratezza e l’esaustività della mappatura dei processi è un requisito indispensabile per la formulazione di adeguate misure di prevenzione e incide sulla qualità dell’analisi complessiva. L’obiettivo è che le amministrazioni e gli enti realizzino la mappatura di tutti i processi. Essa può essere effettuata con diversi livelli di approfondimento. Dal livello di approfondimento scelto dipende la precisione e, soprattutto, la completezza con la quale è possibile identificare i punti più vulnerabili del processo e, dunque, i rischi di corruzione che insistono sull’amministrazione o sull’ente.” 
Così dopo una prima fase in cui si chiedeva la selezione dei “processi a rischio”, sarebbe opportuno  procedere alla elencazione di tutti i processi, avendo cura, per ciascuno di essi, di individuare le “prospettive di rischio”. Quest’ultima definizione, benché non venga esplicitamente utilizzata, può considerarsi una nuova modalità introdotta nel 2015, dal documento di aggiornamento, che risulta particolarmente funzionale.
Per ogni processo andrebbe formalizzata la procedura di qualità in modo da assicurare che ogni pratica venga trattata da tutti gli impiegati allo stesso modo qualunque sia il soggetto proponente e chiunque sia l'addetto.
C'è molto da lavorare, ma è l'unica strada da seguire per assicurare il rispetto delle norme.
Per quanto riguarda invece il problema della trasparenza il Comune di Sabaudia a mio avviso è all'anno zero sia per l'inadeguatezza dei dati sul sito : mancanti oppure obsoleti, sia per le difficoltà che vengono frapposte all'accesso generalizzato agli atti.  

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