La CGIA di Mestre, per bocca del coordinatore del suo ufficio studi Paolo Zabeo riferisce di uno studio fatto sulla pressione fiscale in Italia.
In primo luogo Zabeo ha ricordato che i base all’articolo 53 della nostra Costituzione tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Quindi i territori più ricchi del Paese versano di più di quelli che lo sono meno e questo giustifica il forte divario territoriale che emerge in questa analisi.
A livello regionale la prima regione in classifica è la Lombardia: ogni residente di questa regione versa all’Erario e ai vari livelli di governo locali mediamente 11.284 euro.
Segue il Lazio i cui residenti versano 10.426 euro.
Quindi viene il Trentino Alto Adige con 10.320 euro.
Appena fuori dal podio troviamo gli emiliano-romagnoli con 10.310 euro pro capite e quelli della Liguria con 9.747 euro pro capite.
Chiudono la classifica i campani con 5.854 euro pro capite, i siciliani con 5.556 euro pro capite e, infine, i calabresi con 5.183 euro pro capite. La media nazionale si attesta a 8.572 euro per abitante.
Molto interessante la percentuale della distribuzione del gettito tra i vari livelli di governo.
Sempre secondo la CGIA su un totale nazionale di 8.572 euro pro capite di entrate tributarie registrate nel 2014, ben 6.989 euro finiscono nelle casse dello Stato (pari all’81,5 per cento del totale); 903 euro pro capite sono destinati alle Regioni (pari al 10,5 per cento del totale) e “solo” 680 euro pro capite (pari al 7,9 per cento del totale) finiscono nelle casse degli Enti locali (Comuni, Province e Comunità montane).
Nel 2016 come sappiamo c'è stata una riduzione grazie agli interventi stabiliti con la L. 208/2015 con l'eliminazione della TASI ed altri interventi.
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