giovedì 28 luglio 2016

LE RESIDENZE ARTISTICHE: UNA NUOVA OPPORTUNITA' PER GLI ENTI LOCALI

La Conferenza delle Regioni ha scelto di condividere gli sviluppi del progetto ‘residenze artistiche’ partecipando alle attività di promozione dello stesso ”.
Si tratta di una fattispecie prevista dal Decreto 22 dicembre 2015 che disciplina le modalità di utilizzo dei beni immobili di proprietà dello Stato non utilizzabili per altre finalità istituzionali, e non trasferibili agli enti territoriali, destinati ad ospitare studi di giovani artisti italiani e stranieri per la realizzazione di produzioni di arte, musica, danza e teatro contemporanei.
L’articolo 3 del DM, si occupa delle modalità di utilizzo e chiarisce alcuni parametri interessanti: i beni individuati sono locati o concessi dall'ente gestore per un periodo non inferiore a dieci anni ad un canone mensile simbolico non superiore a 150 euro.
I destinatari sono esclusivamente "cooperative di artisti ed associazioni di artisti, residenti nel territorio italiano"
Il decreto fissa importanti requisiti:
  • interdisciplinarietà tra diversi settori artistici;
  • disponibilità a condividere i locali concessi in uso con artisti provenienti da altri territori italiani e stranieri coinvolti nella realizzazione del medesimo progetto;
  • attuazione periodica di iniziative aperte al pubblico;
  • alternanza, nei locali concessi, di produzioni artistiche e dei relativi artisti;
  • relazione organica e costruttiva con il territorio di riferimento e con l’intera filiera artistico-culturale e creativa;
  • sostenibilità e fonti plurime di finanziamento, pubblico o privato;
  • promozione da parte di cooperative di artisti ed associazioni di residenti composte prevalentemente da artisti di età inferiore ai 35 anni;
  • raccordo con il tessuto culturale e le tradizioni culturali del territorio in cui è inserito l’immobile, creando sinergie con gli enti locali e le associazioni culturali già attive nel contesto;
  • gestione eco-sostenibile dell’immobile.
L’intesa Stato–Regioni attuativa di un decreto che riforma il fondo unico per lo spettacolo, attraverso un progetto triennale 2015- 2017 a cui le Regioni contribuiscono per il 60% e il ministero per il 40%. 
Il budget è determinato su base annuale : nel 2015 e nel 2016 è stato di circa 1 milione di euro all’anno”.
Hanno già firmato l'accordo attuativo 12 Regioni nel 2016 ed altre due sono in dirittura di arrivo.
Si tratta di un piccolo, ma interessante motore per la promozione della creatività e per il dialogo interculturale.

Nessun commento:

Posta un commento