Ieri anche a Sabaudia è scaduto il termine per presentare le liste per le elezioni dell’11 giugno per avere un nuovo Sindaco dopo oltre un anno di
gestione commissariale.
Sei i candidati a Sindaco per un totale di 13 liste e di 196 candidati.
Si ripeterà il rito delle elezioni comunali tipico delle
democrazie rappresentative in cui i cittadini scelgono chi delegare per andare in
Comune ad amministrare la città per loro conto.
Fino ad oggi a questo evento è
seguito per tutta la durata della consiliatura il disinteresse quasi totale dei
cittadini verso l’amministrazione della cosa pubblica tanto che le sedute del
Consiglio comunale, tranne rare occasioni, erano sempre deserte, ma abbiamo
assistito anche all'assenza di attenzione da parte di chi era stato eletto
verso la comunità alla quale non è stato mai presentato un rendiconto di quanto
fatto, ma anzi è stato omesso quasi completamente il rispetto delle norme sulla
partecipazione e sulla trasparenza.
Da quando è stata introdotta l’elezione diretta del
Sindaco i promotori del nuovo Testo unico pensavano di aver dato più stabilità
agli enti locali ma, almeno per quanto riguarda Sabaudia, così non è stato. Ben
quattro Commissari straordinari si sono avvicendati in questi ultimi anni nel
nostro Comune: dal dott. Di Caprio al dott. Reppucci, alla dott.ssa Ocello, per
finire (per ora) con il dott. Quarto. È evidente che qualcosa non ha funzionato
nella politica locale.
L’ultimo esempio è stato fornito dall’ex sindaco che
dopo essere stato costretto alle dimissioni nel 2012 a seguito dei pesantissimi
rilievi mossi dalla Corte dei conti sulla gestione finanziaria, conseguenti alle
ripetute segnalazioni dell’opposizione, è riuscito a farsi rieleggere per
essere poi sfiduciato dai suoi stessi alleati di governo.
Molti si chiedono chi
vincerà questa volta.
L’esperienza a
livello non solo comunale, ma anche internazionale, ci dice che dopo due
mandati gli elettori nella stragrande maggioranza dei casi non votano più il
partito o la coalizione che ha espresso l’ultimo sindaco; questo avviene per
due ordini di motivi: il primo è rappresentato dal desiderio di cambiare nella
speranza di migliorare una situazione ritenuta insoddisfacente; l’altro invece
consiste nella difficoltà da parte dell’ultimo sindaco di convincere (ancorché abbia inviato lettere autografe) il proprio elettorato a votare un candidato da lui sostenuto
ancorché già conosciuto. Ricordo che nel 2013 al primo turno Lucci prese
solamente il 26,25% mentre a Secci andò il 30,20% dei voti; come sappiamo il
ballottaggio ribaltò il risultato, ma questa volta è molto difficile che la
cosa si ripeta.
I candidati sono (in ordine alfabetico): Amedeo Bianchi per il PD; Roberto Bordignon con la lista civica Libera Sabaudia; Pasquale Capriglione sostenuto da due liste e dall'ex sindaco; Massimiliano Fantini per il Movimento 5 stelle; Giada Gervasi, unica donna con tre liste; e infine Giovanni Secci con cinque liste, tra le quali anche quella di Forza Italia e quella di Fratelli d'Italia,
Ho provato a sviluppare la percentuale degli elettori per fasce di età con il seguente risultato: quelli da 18 a 35 sono
3838 (23%), da 36 a 65 sono 9059 (54%) ed infine gli over 65 sono 3915 (23%). Quindi
giovani ed anziani si bilanciano, mentre la fascia maggiore è rappresentata
dalle persone che hanno superato i trentacinque anni e che rappresentano la
vera forza attiva.
La città ha bisogno di una svolta reale e di un vero
rinnovamento anche generazionale che deve partire dai candidati: occorrono
persone ed idee nuove che però devono essere conciliate con una forte
conoscenza della macchina amministrativa che in questi anni non è stata
organizzata in maniera funzionale per rispondere alle aspettative dei cittadini
e per dare attuazione all’art. 3 del testo unico degli enti locali secondo cui «Il comune è l’ente locale che rappresenta
la propria comunità, ne cura gli
interessi e ne promuove lo sviluppo».
Gli elettori devono dire basta alla politica
dello “short term”: a chi cerca di illudere la popolazione con scoppi di fuochi
d’artificio od eventi che durano al massimo un giorno, ma scegliere chi
promette e dimostra di essere in grado di realizzare un successo durevole, chi
è in grado di guardare verso il futuro della città: un avvenire fatto di uno
sviluppo che porti un benessere equo e sostenibile a tutti.
Chiunque vinca le elezioni dovrà per prima
cosa recuperare il rapporto con i cittadini che sono la vera risorsa
inutilizzata, coinvolgendoli nelle scelte importanti mediante procedure di
“débat public” e facendoli partecipare attivamente alla valutazione della
qualità dei servizi pubblici.
Nessun commento:
Posta un commento