sabato 13 maggio 2017

SABAUDIA AL VOTO...COSA CAMBIERA' ?

Ieri anche a Sabaudia è scaduto il termine per presentare le liste per le elezioni  dell’11 giugno per avere un nuovo Sindaco dopo oltre un anno di gestione commissariale. 
Sei i candidati a Sindaco per un totale di 13 liste e di 196 candidati.
Si ripeterà il rito delle elezioni comunali tipico delle democrazie rappresentative in cui i cittadini scelgono chi delegare per andare in Comune ad amministrare la città per loro conto. 
Fino ad oggi a questo evento è seguito per tutta la durata della consiliatura il disinteresse quasi totale dei cittadini verso l’amministrazione della cosa pubblica tanto che le sedute del Consiglio comunale, tranne rare occasioni, erano sempre deserte, ma abbiamo assistito anche all'assenza di attenzione da parte di chi era stato eletto verso la comunità alla quale non è stato mai presentato un rendiconto di quanto fatto, ma anzi è stato omesso quasi completamente il rispetto delle norme sulla partecipazione e sulla trasparenza.
Da quando è stata introdotta l’elezione diretta del Sindaco i promotori del nuovo Testo unico pensavano di aver dato più stabilità agli enti locali ma, almeno per quanto riguarda Sabaudia, così non è stato. Ben quattro Commissari straordinari si sono avvicendati in questi ultimi anni nel nostro Comune: dal dott. Di Caprio al dott. Reppucci, alla dott.ssa Ocello, per finire (per ora) con il dott. Quarto. È evidente che qualcosa non ha funzionato nella politica locale. 
L’ultimo esempio è stato fornito dall’ex sindaco che dopo essere stato costretto alle dimissioni nel 2012 a seguito dei pesantissimi rilievi mossi dalla Corte dei conti sulla gestione finanziaria, conseguenti alle ripetute segnalazioni dell’opposizione, è riuscito a farsi rieleggere per essere poi sfiduciato dai suoi stessi alleati di governo. 
Molti si chiedono chi vincerà questa volta. 
L’esperienza a livello non solo comunale, ma anche internazionale, ci dice che dopo due mandati gli elettori nella stragrande maggioranza dei casi non votano più il partito o la coalizione che ha espresso l’ultimo sindaco; questo avviene per due ordini di motivi: il primo è rappresentato dal desiderio di cambiare nella speranza di migliorare una situazione ritenuta insoddisfacente; l’altro invece consiste nella difficoltà da parte dell’ultimo sindaco di convincere (ancorché abbia inviato lettere autografe) il proprio elettorato a votare un candidato da lui sostenuto ancorché già conosciuto. Ricordo che nel 2013 al primo turno Lucci prese solamente il 26,25% mentre a Secci andò il 30,20% dei voti; come sappiamo il ballottaggio ribaltò il risultato, ma questa volta è molto difficile che la cosa si ripeta. 
I  candidati sono (in ordine alfabetico): Amedeo Bianchi per il PD; Roberto Bordignon con la lista civica Libera Sabaudia; Pasquale Capriglione sostenuto da due liste e dall'ex sindaco; Massimiliano Fantini per il Movimento 5 stelle; Giada Gervasi, unica donna con tre liste; e infine Giovanni Secci con cinque liste, tra le quali anche quella di Forza Italia e quella di Fratelli d'Italia, 
Ho provato a sviluppare la percentuale degli elettori per fasce di età con il seguente risultato: quelli da 18 a 35 sono 3838 (23%), da 36 a 65 sono 9059 (54%) ed infine gli over 65 sono 3915 (23%). Quindi giovani ed anziani si bilanciano, mentre la fascia maggiore è rappresentata dalle persone che hanno superato i trentacinque anni e che rappresentano la vera forza attiva. 
La città ha bisogno di una svolta reale e di un vero rinnovamento anche generazionale che deve partire dai candidati: occorrono persone ed idee nuove che però devono essere conciliate con una forte conoscenza della macchina amministrativa che in questi anni non è stata organizzata in maniera funzionale per rispondere alle aspettative dei cittadini e per dare attuazione all’art. 3 del testo unico degli enti locali secondo cui «Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo». 
Gli elettori devono dire basta alla politica dello “short term”: a chi cerca di illudere la popolazione con scoppi di fuochi d’artificio od eventi che durano al massimo un giorno, ma scegliere chi promette e dimostra di essere in grado di realizzare un successo durevole, chi è in grado di guardare verso il futuro della città: un avvenire fatto di uno sviluppo che porti un benessere equo e sostenibile a tutti.

Chiunque vinca le elezioni dovrà per prima cosa recuperare il rapporto con i cittadini che sono la vera risorsa inutilizzata, coinvolgendoli nelle scelte importanti mediante procedure di “débat public” e facendoli partecipare attivamente alla valutazione della qualità dei servizi pubblici.

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