domenica 9 dicembre 2018

10 DICEMBRE 1948: LA FIRMA A PARIGI DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO

Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, composta da un preambolo e da 30 articoli. Pur non essendo formalmente vincolante per gli Stati membri, in quanto dichiarazione di principi, questo documento riveste un'importanza storica fondamentale in quanto rappresenta la prima testimonianza della volontà della comunità internazionale di riconoscere universalmente i diritti che spettano a ciascun essere umano. Inoltre le norme che compongono la Dichiarazione sono ormai considerate, dal punto di vista sostanziale, come principi generali del diritto internazionale e come tali vincolanti per tutti i soggetti di tale ordinamento.
Come tutti gli anni anche oggi in Italia come in tutto il mondo molti celebreranno questa ricorrenza,  per poi dimenticarsene il giorno dopo.
Tutti i giorni in Italia, ma specialmente in provincia di Latina i più elementari diritti umani vengono calpestati.
Dai migranti sfruttati e trattati come schiavi, alle minacce ricevute da tante giornaliste e giornalisti, al mancato riconoscimento del diritto di partecipare direttamente al governo del proprio paese, alla mancanza di sicurezza sociale e dei diritti economici indispensabili alla dignità e al libero sviluppo della personalità di ciascuno, alla mancanza di lavoro per i giovani e alla scarsa protezione dalla disoccupazione, alla impossibilità per molti di avere un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, alla mancanza per molti di una adeguata istruzione a causa dell'abbandono scolastico ancora molto elevato, ecc.
I dati prodotti dalle tante organizzazioni pubbliche e private in questo fine anno sulle diseguaglianze in Italia ci parlano di una provincia che è sprofondata agli ultimi posti della classifica in moltissimi campi e la colpa non può che essere attribuita ad una politica cieca, antiquata, tesa più a curare i proprio interessi che quelli dei cittadini, incapace di un reale cambiamento.
I Sindaci potrebbero fare di più per modificare questo stato di cose ma troppo spesso sono impotenti ad intervenire, impegnati come sono a fronteggiare problemi economici o a dare retta alla molteplicità di clientes  cui devono rispondere per avere la speranza di essere rieletti per cui i bilanci di previsione, che in questi giorni sono in fase di preparazione, sono spesso lo specchio di una attività di trasferimento di risorse per contentare questo e quello, mentre i diritti umani seguitano ad essere calpestati quotidianamente in tutto il territorio.
Ecco che devono essere i cittadini ad attivarsi affinché tutti i giorni, in ogni settore, i diritti universali siano rispettati dalle pubbliche amministrazioni come dalle aziende e dai datori di lavoro privati. 

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