mercoledì 12 dicembre 2018

I PRIMI 40 ANNI DELLA RIFORMA SANITARIA.

Oggi presso l'Aula Biagio d'Alba (che fu mio capo divisione quando lavoravo al Ministero) e che fece molto proprio per far cessare la vecchia gestione mutualistica e portare avanti la riforma che fu poi approvata sotto il Ministro Anselmi (anche se con un testo molto lontano da quello presentato dieci anni prima dal Ministro socialista Mariotti), è stato celebrato il 40° anniversario della riforma sanitaria che reca il n. 833 e che fu promulgata il 23 dicembre 1978.
Passato l'entusiasmo dei primi anni molti sono stati gli ostacoli posti dalle lobbies che avevano ritardato per anni la riforma e che sono riuscite in molti casi a creare problemi.
Il più forte attacco alla riforma è stato quello portato nel 1992 dal'allora ministro, il liberale De Lorenzo, che tolse di mezzo gli enti locali inventandosi l'aziendalizzazione delle ASL e allontanando il potere decisionale dai cittadini.
Anche il Ministro Bindi nel 1999 cercò di rimediare, purtroppo l'aziendalizzazione pu introducendo alcuni elementi positivi, ha avviato una progressiva esternalizzazione dei servizi dapprima economali ma poi anche sanitari, con il risultato che l'attesa riduzione dei costi si è trasformata in un aumento con un livello della qualità in molti casi ben inferiore a quello atteso.
Un altro titpo di attacco è venuto dal parlamento e dai Governi che si sono succeduti in questi anni che hanno favorito la nascita e lo sviluppo delle assicurazioni sulla salute offrendo sgravi fiscali, estesi di recente anche al famoso welfare aziendale. 
A questo si deve aggiungere che l'obiettivo di ridurre, se non eliminare le diseguaglianze, previsto dalla Costituzione e che era stato fatto proprio dai promotori della riforma è oggi fallito in quanto dai dati forniti da tutte i centri che studiano questi fenomeni ci sentiamo dire che il sud arranca e che la speranza di vita si allontana sempre più da quella del nord.
Senza dubbio sono stati fatti molti passi avanti grazie all'evoluzione della medicina, ma già nel centro Italia assistiamo ad una assistenza ancora ospedalecentrica e ad una scarsa assistenza sanitaria territoriale.
Nonostante i dati epidemiologici a disposizione siano sempre più ricchi i politici locali non ne tengono conto per rimuovere le cause, troppo spesso ambientali, che sono all'origine di molte patologie, tra le quali spiccano quelle tumorali.
Benché siano noti gli strumenti per contenere la spesa per l'assistenza farmaceutica, quella per i dispositivi medici, ecc. non vengono prese contromisure adeguate.
Nel frattempo in alcune regioni si parla ancora di tagli, come quello ai Punti di primo intervento, cercando di schiacciare i diritti dei cittadini, mettendo a rischio vite umane, mentre si sorvola sulla necessità di combattere gli sprechi, spesso molto evidenti.
Molto interessanti gli interventi uditi oggi che parlano di una nuova conquistata maturità da parte di molti degli attori chiamati a parlare, è importante che siano superate le posizioni corporative di alcune categorie e che tutte le professionalità presenti nel SSN vengano messe in condizione di dare il meglio per migliorare la prevenzione e la qualità delle cure.
I cittadini oramai sono stanchi di pazientare e pretendono una sanità che funzioni. 
Spero vivamente che la giornata di oggi possa rappresentare quella svolta tanto attesa da molti.  

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