venerdì 28 dicembre 2018

TRANSPARENCY INTERNATIONAL HA FATTO IL PUNTO SUL RISPETTO DELL'ACCESSO GENERALIZZATO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE IN ITALIA

La sezione italiana di Transparency International con la fine dell'anno ha provato a fare il punto sullo stato di attuazione del FOIA.
Come molti sanno il 23 dicembre 2016 in Italia è divenuto operativo il diritto di accesso generalizzato previsto dal FOIA (Freedom of Information Act). A partire da quella data, ognuno di noi ha potuto esercitare il suo diritto di accesso ad atti e documenti detenuti dalla Pubblica Amministrazione.
A due anni dalla sua entrata in vigore però il FOIA è ancora uno strumento poco conosciuto dai cittadini e difficile da utilizzare anche per i giornalisti. Proprio questi ultimi invece avrebbero nel FOIA uno strumento fondamentale per lavorare al meglio sulle loro inchieste, consegnandoci un giornalismo di qualità e davvero libero.
Ogni Pubblica Amministrazione (scuola, comune, ospedale ecc.) produce e detiene dati, informazioni e documenti in merito al lavoro che quotidianamente svolge. Pensiamo anche solo alle delibere, ai bandi di concorso e alle gare d’appalto. 
Ogni azione svolta dalla PA produce un atto amministrativo. Il FOIA dà la possibilità a chiunque di conoscere informazioni che altrimenti rimarrebbero nascoste. 
Proprio attraverso il FOIA è possibile rendere pubblico il lavoro delle amministrazioni ed esercitare il nostro diritto di accesso agli atti. È quindi fondamentale per essere davvero cittadini informati.
Il FOIA è uno strumento fondamentale anche per un giornalismo d’inchiesta di qualità. 
Per questo, dal giugno 2018, esiste FOIA4journalists, un progetto di Transparency Italia volto ad assistere gratuitamente tutti i giornalisti che hanno la necessità di inoltrare istanze di accesso agli atti per ottenere documenti utili alle loro inchieste. Un servizio di informazione basato sulle fonti ufficiali è necessario alla vita democratica.
Nel luglio 2017, gli autori del rapporto hanno utilizzato il FOIA nell’ambito degli appalti pubblici finanziati dai fondi europei in Italia, per capire meglio tempi e modi di risposta di alcune Regioni italiane. 
Questo primo monitoraggio  ha dato uno spaccato interessante evidenziando uno dei temi più spinosi: quello dei tempi di risposta. 
Richiesti i documenti inerenti alcune gare d’appalto, su 8 Regioni, 3 non hanno fornito una risposta nei tempi definiti per legge, su un tema così delicato come l’utilizzo dei fondi europei.
Anche nelle istanze FOIA inoltrate per il lavoro di assistenza ai cittadini che segnalano casi di corruzione ad ALAC – Allerta Anticorruzione sono stati riscontrati diversi casi di inadempienza. 
I documenti richiesti per questa attività si riferiscono a quattro macro-aree: bandi di concorso, criteri di valutazione del personale, contratti di vendita e gare d’appalto. 
I tempi di risposta sono raramente rispettati e in alcuni casi è palese come il ritardo nella risposta sia un vero e proprio modus operandi delle amministrazioni. 
Esemplare il caso di un bando di concorso pubblico per un membro dello staff tecnico di Regione Lazio, che ci ha messo 2 mesi (il doppio del dovuto) prima di arrivare nelle mani degli autori del rapporto.
Per quanto riguarda le esperienze dirette fatte dall'autore di questo blog posso riferire del mancato rispetto della consegna di dati e documenti da parte di Comuni e dell'Azienda sanitaria locale Latina.

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