Il ministero della salute ha emesso una raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all'uso di abbreviazioni, acronimi e simboli.
L’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, sebbene sia una prassi consolidata durante le varie fasi di gestione del farmaco in ospedale e sul territorio, può indurre in errore e causare danni ai pazienti, come riportato dalla letteratura nazionale ed internazionale. Il Medmarx reporting system ha rilevato che il 4,7% dei 643.151 errori riferiti, tra il 2004 e il 2006, da 682 strutture sanitarie statunitensi erano riconducibili all’utilizzo di abbreviazioni. Altri studi hanno evidenziato che la maggior parte degli errori in terapia si verificano durante la prescrizione e riguardano il confondimento tra farmaci con nomi o pronuncia simili oppure tra unità di misura e dosaggi. Nel 2004 la Joint Commission International (JCI) ha predisposto una lista contenente un numero minimo di abbreviazioni ritenute potenziali causa di errore e ha raccomandato agli ospedali di elaborarne una propria con abbreviazioni o acronimi standardizzati. Allo stesso modo l’Institute for Safe Medication Practices (ISMP) ha redatto una lista più ampia di abbreviazioni, simboli e acronimi, che è preferibile non utilizzare, e nel 2006 ha lanciato, con la Food and Drug Administration (FDA), una campagna di informazione riguardo gli errori in terapia causati dall’uso di abbreviazioni focalizzando l’attenzione sulla necessità di eliminare quelle potenzialmente critiche. Alcune Società scientifiche, inclusa l’European Society of Clinical Pharmacy (ESCP), si sono interessate alla problematica e hanno predisposto un glossario per favorire la diffusione di una terminologia standardizzata e la comunicazione tra differenti stakeholder. L’Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ), nel Making Health Care Safer II: An Updated Critical Analysis of the Evidence for Patient Safety Practices (2013), ha incluso tra le raccomandazioni “altamente consigliate”, l’uso di una lista di abbreviazioni da “non usare”.
Tale disposizione è stata evidenziata anche in alcuni documenti
ministeriali prodotti in tema di sicurezza dei pazienti, tra cui la
Raccomandazione n. 7 per la prevenzione della morte, coma o grave
danno derivati da errori in terapia farmacologica, che considera l’uso di
abbreviazioni come uno dei fattori contribuenti al verificarsi degli eventi
avversi.
In effetti di recente ho ricevuto delle prescrizioni mediche in cui io, povero paziente non riuscivo a decifrare nulla dato che si trattava solo di acronimi...peraltro di uso normale, per cui, andando su internet ho scoperto di che si trattava, ma chi non è in grado di usare internet spesso rimane con l' impressione che gli si voglia celare qualcosa....
Qui trovate il testo integrale:
MS RACCOMANDAZIONE
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