Da alcuni anni il Governo ha intrapreso la strada di ridurre il numero delle partecipate, anche tenendo conto delle indicazioni di Cottarelli in sede di spending review.
Ora sembra che si avvicini il completamento dell'iter procedurale del decreto legislativo delegato dalla L. 124/2015 sulle società partecipate dagli enti locali.
Ora sembra che si avvicini il completamento dell'iter procedurale del decreto legislativo delegato dalla L. 124/2015 sulle società partecipate dagli enti locali.
Com'è noto la questione interessa circa 7.000 società partecipate di vario genere.
In base al parere espresso da qualche giorno dalle commissioni parlamentari (dopo che già si erano espressi il Consiglio di Stato e la Conferenza Stato regioni e un Comune vorrà costituire una società società (sotto forma di spa, srl o società consortili) potrà farlo solo se questa sarà strettamente necessaria alle proprie finalità istituzionali e mantenere le partecipazioni esistenti solo a determinate condizioni.
Ogni anno, a partire dal 2017, le p.a. dovranno predisporre un piano di razionalizzazione delle partecipate che scatterà obbligatoriamente se il fatturato medio del triennio non raggiunge una determinata soglia (attualmente fissata a 1 mln ma destinata forse a ridursi) o si sono registrate perdite in quattro degli ultimi cinque esercizi (risultati negativi inferiori al 5% del fatturato, tuttavia, non dovrebbero essere presi in considerazione).
Ora la parola per l'approvazione definitiva è al Consiglio dei ministri, ma il governo dovrà rimettere mano al testo in più punti, visti i numerosi rilievi mossi dai deputati (ma anche dal consiglio di Stato e dalla Conferenza Stato regioni) che hanno chiesto molte modifiche, tra le quali una struttura ad hoc per il monitoraggio sulle società, onde evitare conflitti di interesse, e un alleggerimento del blocco delle assunzioni nelle partecipate previsto fino a tutto il 2018.Molte contestazioni sono arrivate anche dalla minoranza in merito ad alcuni punti che prevedono la possibilità per il Governo di emanare un DPCM per escludere dallo scioglimento alcune società scelte sulla base di criteri ritenuti discutibili.
Non resta che aspettare il testo definitivo
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