La direttiva del consiglio della UE n. 91/271/EEC disciplina le modalità di trattamento delle acque reflue urbane, ma purtroppo in Italia è ancora disattesa da molti Comuni.
La Commissione europea invita l'Italia a conformarsi pienamente alla sentenza della Corte di giustizia dell'UE del 10 aprile 2014.
La Corte ha stabilito che l'Italia è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della predetta Direttiva non avendo garantito la raccolta e il trattamento adeguati delle acque reflue urbane.
A norma della direttiva, gli Stati membri provvedono affinché tutti gli agglomerati (città, centri urbani, insediamenti) con una popolazione di oltre 10 000 abitanti e che scaricano acque reflue in aree sensibili effettuino correttamente la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane.
Nonostante i progressi compiuti dopo la sentenza della Corte, 14 agglomerati non risultano ancora in regola.
A quattro anni dalla sentenza, la Commissione si appresta a inviare un ultimo richiamo all'Italia prima di deferire il caso alla Corte e sollecitare l'irrogazione di sanzioni pecuniarie.
L'Italia dispone di due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora; in caso contrario la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.
Molti Comuni ancora inadempienti totalmente o parzialmente devono provvedere ad assicurare il trattamento di tutte le acque reflue meditante depuratori colpendo i cittadini che ancora oggi non sono allacciati alla rete fognaria.
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