giovedì 17 maggio 2018

LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L'ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER LA MANCATA INDIVIDUAZIONE DEL SITO NAZIONALE PER I RIFIUTI RADIOATTIVI.

CENTRALE DI BORGO SABOTINO (LT)
La Direttiva del Consiglio della U.E. 2011/70/EURATOM istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
L'Italia, nonostante i ripetuti solleciti fino ad oggi non ha definito il sito nazionale per i rifiuti delle centrali nucleari dismesse.
La Commissione europea ha deciso di deferire l'Austria, la Croazia e l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue per la mancata trasmissione dei programmi nazionali definitivi di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, a norma della Direttiva sulla gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. 
Questo tipo di rifiuti comprende anche i sottoprodotti degli utilizzi delle tecnologie nucleari e radiologiche per scopi diversi dalla produzione di energia, quali la ricerca scientifica e diverse applicazioni mediche. Per la Commissione è una priorità garantire l'adozione delle più rigorose norme di sicurezza in materia di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. 
La Commissione europea ha deciso di inviare lettere di costituzione in mora a una serie di paesi, tra cui l'Italia, per il mancato corretto recepimento di determinate prescrizioni della predetta direttiva.
Sempre in tema di nucleare, l'Italia ha ricevuto un'altra lettera di messa in mora per il mancato recepimento della nuova direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza che  gli Stati membri erano tenuti a recepire la direttiva entro il 6 febbraio 2018.
La nuova direttiva aggiorna e consolida la normativa europea in materia di radioprotezione, stabilendo norme fondamentali di sicurezza per la protezione dei lavoratori, della popolazione, dei pazienti contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti. La nuova direttiva contiene inoltre alcune disposizioni sulla preparazione e sulla risposta in caso di emergenza che sono state rafforzate a seguito dell'incidente nucleare di Fukushima.
Gli Stati membri in questione dispongono ora di soli due mesi per provvedere.

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