domenica 27 maggio 2018

I COMUNI E L'ARRIVO DI COTTARELLI


Con la convocazione del dott. Cottarelli al Quirinale per l'affidamento dell'incarico di formare il nuovo Governo si chiude un periodo molto difficile che ha visto due forze politiche (apparentemente di segno opposto) accordarsi su un "Contratto" che prevedeva tagli rilevanti alle entrate tributarie e aumenti notevoli delle spese con la contemporanea messa a rischio dell'appartenenza alla UE.
La scelta del Presidente della Repubblica Mattarella volutamente presa prima dell'apertura dei mercati finanziari del lunedì ed allo scopo di frenare gli attacchi della speculazione internazionale contro l'Italia (considerata il Paese più debole dell'Europa in questo momento) ha suscitato le ire di alcune forze politiche.
Sulle proposte presentate al Capo dello Stato dalla coalizione formatasi dopo le elezioni nei giorni passati Cottarelli aveva sollevato dubbi di sostenibilità valutando in 50 miliardi in meno le entrate e in circa 100 miliardi in più le uscite. 
Con l'arrivo di Cottarelli dovrebbe cambiare la filosofia di palazzo Chigi. 
I tagli della spesa dovrebbero servire non solo a ridurre il deficit (cresciuto ancora in questi ultimi  mesi fino a 2.302 miliardi di euro secondo Bankitalia) ma anche a finanziare proprio  le spese di sviluppo senza intaccare le entrate.
Il Governo Letta aveva affidato al dott. Cottarelli l’incarico di commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica; l’incarico ebbe termine nell’ottobre del 2014, ma solo nel 2015 sono stati resi pubblici i documenti predisposti dagli otto gruppi di lavoro.
Della spending review parlo diffusamente nel mio "Utopia di un Comune e come realizzarla" prendendo ad esempio alcune amministrazioni che hanno fatto del rigore economico la base per la gestione quotidiana nell'interesse dei cittadini.
Purtroppo leggendo i rendiconti e i bilanci di previsione dei quest'anno di molti Comuni italiani non ho più trovato alcun cenno alla spending review ed infatti, nonostante le norme esistenti, abbiamo assistito ad una lievitazione abnorme delle uscite dei Comuni specialmente per i servizi affidati all'esterno i cui costi sono aumentati senza adeguati controlli (raccolta e smaltimento rifiuti, pulizie, refezione scolastica, lavori ecc.).
Mi auguro che ora si possa assistere ad una inversione e ad una amministrazione dei soldi dei cittadini più rispettosa degli interessi della comunità e non mirata solamente ad accontentare i soliti noti. 
Solo riducendo le spese inutili in settori non strategici potranno essere aumentate quelle per tutelare i diritti sociali, il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il diritto all'istruzione ecc.  


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