mercoledì 9 maggio 2018

PICCOLI ESERCIZI COMMERCIALI CHIUDONO: LA STRATEGIA DELLA U.E. PER SALVARLI, ANCHE IN ITALIA

Secondo la Confesercenti nel 2017  hanno chiuso  circa diecimila imprese del commercio al dettaglio. Sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell'abbigliamento. 
Sotto accusa sono il carico burocratico e fiscale che favoriscono la nascita di grandi concentrazioni, ossia la grande distribuzione, a scapito dei piccoli imprenditori. 
Secondo l'Ocse, riducendo il carico burocratico che grava sul settore, in Italia la produttività dei piccoli negozi potrebbe crescere del 3%. Inoltre, l'Italia si distingue per la forte liberalizzazione degli orari di apertura, che ha favorito i grandi centri commerciali a scapito dei piccoli negozianti. 
La crisi, fa notare la Commissione, riguarda pero' l'intero comparto europeo. “Quello del commercio al dettaglio – scrive Bruxelles - è uno dei maggiori settori dell'economia dell'Ue, le cui oltre 3,6 milioni di imprese impiegano quasi un cittadino su dieci”. Si tratta del secondo settore di servizi in Europa dopo quello dei servizi finanziari, genera il 4,5% del valore aggiunto dell'economia e da esso dipende l'8,6% di tutti i posti di lavoro nell'U.E. 
Per tutte queste ragioni, la Commissione U.E. ha proposto a Parlamento e Stati membri una strategia per rilanciare il comparto: 
  • facilitare lo stabilimento nel settore del commercio al dettaglio: è fondamentale che un nuovo negozio possa essere aperto in tempi rapidi, di modo che i dettaglianti possano accedere al mercato. Si tratta anche di uno stimolo per la produttività e l'innovazione. Migliorando la conformità alla direttiva sui servizi, gli Stati membri possono semplificare le procedure di stabilimento senza mettere a repentaglio gli interessi di ordine pubblico, quali l'assetto territoriale in ambito urbano e rurale, la tutela dell'ambiente e dei consumatori. 
  • ridurre le restrizioni alle attività quotidiane dei negozi: tali restrizioni possono costituire un onere significativo per le imprese e incidere sulla loro produttività, per cui la Commissione ha individuato le migliori pratiche concernenti la promozione delle vendite e gli sconti, i canali di vendita specifici, gli orari di apertura, le imposte, l'acquisto di prodotti in altri Stati membri e le pratiche contrattuali di un moderno commercio al dettaglio. L'obiettivo è garantire la parità di condizioni nel settore del commercio al dettaglio, nonché catene di approvvigionamento eque ed efficienti, senza limitare la libertà di perseguire obiettivi legittimi di ordine pubblico.
  • adottare nuovi approcci per promuovere la vitalità dei centri cittadini
Molti Comuni sono ancora privi di un Piano del commercio nel quale potrebbero essere trasfuse e messe in pratica queste idee, mediante anche la valorizzazione delle botteghe storiche.
Una proposta del genere era stata presentata da me alcuni anni fa, ma purtroppo non fu accolta dalla maggioranza.  


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Piccoli negozi chiudono, studio Ue: “In Italia troppe restrizioni e tasse”. E Bruxelles lancia strategia per rilanciare settore
facilitare lo stabilimento nel settore del commercio al dettaglio: è fondamentale che un nuovo negozio possa essere aperto in tempi rapidi, di modo che i dettaglianti possano accedere al mercato. Si tratta anche di uno stimolo per la produttività e l'innovazione. Migliorando la conformità alla direttiva sui servizi, gli Stati membri possono semplificare le procedure di stabilimento senza mettere a repentaglio gli interessi di ordine pubblico, quali l'assetto territoriale in ambito urbano e rurale, la tutela dell'ambiente e dei consumatori. “Le autorità nazionali, regionali e locali sono invitate a ridurre gli oneri indebiti o sproporzionati all'esercizio del commercio al dettaglio, rendendo le procedure più semplici, più rapide e più trasparenti”, dice la Commissione.
ridurre le restrizioni alle attività quotidiane dei negozi: tali restrizioni possono costituire un onere significativo per le imprese e incidere sulla loro produttività, per cui la Commissione ha individuato le migliori pratiche concernenti la promozione delle vendite e gli sconti, i canali di vendita specifici, gli orari di apertura, le imposte, l'acquisto di prodotti in altri Stati membri e le pratiche contrattuali di un moderno commercio al dettaglio. L'obiettivo è garantire la parità di condizioni nel settore del commercio al dettaglio, nonché catene di approvvigionamento eque ed efficienti, senza limitare la libertà di perseguire obiettivi legittimi di ordine pubblico.
adottare nuovi approcci per promuovere la vitalità dei centri cittadini: la Commissione ha anche pubblicato una Guida su come favorire la rivitalizzazione e la modernizzazione del piccolo commercio al dettaglio. La Guida fornisce alle autorità pubbliche suggerimenti pratici su come aiutare i piccoli dettaglianti ad accettare il cambiamento tecnologico e ad affrontare le sfide del futuro. Ogni soluzione è supportata da esempi pratici e concreti, tratti da buone pratiche raccolte in tutta l'UE, che possono essere applicati alle rispettive esigenze locali. Nella Guida sono riportate storie di successo da cui gli Stati membri possono trarre ispirazione, ad esempio su come creare comunità di commercio al dettaglio per attirare i consumatori nei centri cittadini.“

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