Secondo la Confesercenti nel 2017 hanno chiuso circa diecimila imprese del commercio al dettaglio. Sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell'abbigliamento.
Sotto accusa sono il carico burocratico e fiscale che favoriscono la nascita di grandi concentrazioni, ossia la grande distribuzione, a scapito dei piccoli imprenditori.
Secondo l'Ocse, riducendo il carico burocratico che grava sul settore, in Italia la produttività dei piccoli negozi potrebbe crescere del 3%. Inoltre, l'Italia si distingue per la forte liberalizzazione degli orari di apertura, che ha favorito i grandi centri commerciali a scapito dei piccoli negozianti.
La crisi, fa notare la Commissione, riguarda pero' l'intero comparto europeo. “Quello del commercio al dettaglio – scrive Bruxelles - è uno dei maggiori settori dell'economia dell'Ue, le cui oltre 3,6 milioni di imprese impiegano quasi un cittadino su dieci”. Si tratta del secondo settore di servizi in Europa dopo quello dei servizi finanziari, genera il 4,5% del valore aggiunto dell'economia e da esso dipende l'8,6% di tutti i posti di lavoro nell'U.E.
Per tutte queste ragioni, la Commissione U.E. ha proposto a Parlamento e Stati membri una strategia per rilanciare il comparto:
- facilitare lo stabilimento nel settore del commercio al dettaglio: è fondamentale che un nuovo negozio possa essere aperto in tempi rapidi, di modo che i dettaglianti possano accedere al mercato. Si tratta anche di uno stimolo per la produttività e l'innovazione. Migliorando la conformità alla direttiva sui servizi, gli Stati membri possono semplificare le procedure di stabilimento senza mettere a repentaglio gli interessi di ordine pubblico, quali l'assetto territoriale in ambito urbano e rurale, la tutela dell'ambiente e dei consumatori.
- ridurre le restrizioni alle attività quotidiane dei negozi: tali restrizioni possono costituire un onere significativo per le imprese e incidere sulla loro produttività, per cui la Commissione ha individuato le migliori pratiche concernenti la promozione delle vendite e gli sconti, i canali di vendita specifici, gli orari di apertura, le imposte, l'acquisto di prodotti in altri Stati membri e le pratiche contrattuali di un moderno commercio al dettaglio. L'obiettivo è garantire la parità di condizioni nel settore del commercio al dettaglio, nonché catene di approvvigionamento eque ed efficienti, senza limitare la libertà di perseguire obiettivi legittimi di ordine pubblico.
- adottare nuovi approcci per promuovere la vitalità dei centri cittadini
Molti Comuni sono ancora privi di un Piano del commercio nel quale potrebbero essere trasfuse e messe in pratica queste idee, mediante anche la valorizzazione delle botteghe storiche.
Una proposta del genere era stata presentata da me alcuni anni fa, ma purtroppo non fu accolta dalla maggioranza.
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