domenica 13 maggio 2018

PESTICIDI: IL RAPPORTO DELL'ISPRA

Anche quest'anno l'ISPRA ha pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque,
I risultati delle indagini mostrano la presenza di una contaminazione diffusa, che interessa gran parte del territorio italiano. L’analisi dell’evoluzione, inoltre, indica che il fenomeno non è ancora completamente noto, sia in termini territoriali, sia in termini di frequenze di rilevamento e di sostanze trovate. La contaminazione è, pertanto, sottostimata, in primo luogo per il fatto che in vaste aree del centro-sud, il monitoraggio non è ancora adeguato. Un fattore finora non sufficientemente considerato è la reale persistenza di certe sostanze, che insieme alle dinamiche idrologiche molto lente (specialmente nelle acque sotterranee) rende l’inquinamento ambientale difficilmente reversibile.
Pur riconoscendo la sostanziale validità del quadro regolamentare europeo in tema di sostanze chimiche, si segnalano alcune criticità che è opportuno considerare per arrivare a una più adeguata gestione del rischio dei pesticidi. Il processo di autorizzazione dei pesticidi si basa su una valutazione preventiva dell’impatto delle sostanze sull’ambiente e sull’uomo. Queste valutazioni si concretizzano in metodi di analisi del rischio da tempo codificati. L’autorizzazione viene concessa nel caso che tali valutazioni dimostrino il rispetto di determinati criteri.
Il primo aspetto critico del processo di autorizzazione riguarda la valutazione dell’esposizione nel caso di sorgenti diffuse. La valutazione viene fatta generalmente su scenari ipotetici idealizzati, non sempre rappresentativi delle situazioni reali, specie se si considera l’uso su larga scala e in elevate quantità.
È necessario, inoltre, considerare che spesso nelle acque sono presenti miscele di sostanze, la cui composizione non può essere conosciuta a priori. Le note lacune conoscitive in tema di effetti cumulativi, soprattutto riguardo alle modalità di azione delle sostanze e una regolamentazione in cui la valutazione del rischio è fatta sulle singole sostanze, consentono di affermare che il rischio dei
pesticidi è sottostimato.
Come affermato nel documento “Opinion on the Toxicity and Assessment of Chemical Mixtures”: Per quanto riguarda la valutazione delle miscele chimiche, una lacuna conoscitiva importante è il numero piuttosto limitato di sostanze chimiche per le quali vi sono sufficienti informazioni sulla loro modalità di azione. Attualmente, non c'è né un inventario concordato, né un insieme definito di criteri per caratterizzare le modalità d'azione nel caso di sostanze chimiche con pochi dati a disposizione.
Tali evidenze indicano la necessità di un’analisi critica delle attuali procedure di autorizzazione delle
sostanze, e richiedono che una corretta valutazione del rischio dovrebbe considerare in modo retrospettivo i dati di monitoraggio ambientale
Il Rapporto prende in esame tuttti i dati 2016 che si riferiscono a 21 pozzi e 121 punti delle acque superficiali (veramente pochi)  Sono state cercate in totale 58 sostanze.
Nelle acque superficiali ci sono residui nel 26,4% dei punti e nel 7,1% dei campioni. Sono state rinvenute 10 sostanze; le più frequenti sonometalaxil, metolaclor e terbutilazina.
Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di residui nel 14,3% dei punti e nel 7,3% dei campioni. Sono state rinvenute 5 sostanze le più frequenti sono: terbutilazina e metolaclor.
Il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale in 5 punti delle acque superficiali e in 1 punto delle acque sotterranee.

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