Sul BUR 49/2016 della Regione Lazio è stato pubblicato il Decreto del Commissario ad Acta 10 giugno 2016, n. U00211
DCA 28 ottobre 2013, n. 437 "Piano Regionale per il governo delle liste di attesa 2013 -15". Approvazione
delle "Linee guida per l'attribuzione della classe di priorità nelle prescrizioni di specialistica ambulatoriale"
Si tratta di un decreto con il quale viene approvato il documento “Linee guida per l’attribuzione della classe di priorità nelle
prescrizioni di specialistica ambulatoriale” predisposto dagli uffici e con il quale si intende:
- risolvere il problema delle liste di attesa individuando delle classi di priorità, immaginate come contenitori in cui sono raggruppate tutte quelle
condizioni cliniche per le quali il tempo che il paziente può aspettare senza che ne sia ritardata la
diagnosi o pregiudicata la cura (c.d. tempo massimo di attesa accettabile) sia, approssimativamente,
lo stesso;
- utilizzare, da parte dei medici prescrittori, le classi così individuate per indicare il grado di urgenza
della prestazione richiesta;
- strutturare adeguatamente le agende di prenotazione dei soggetti erogatori, riservando il necessario
numero di “slot” alle prestazioni richieste con priorità più elevata.
Questo approccio, conosciuto come metodologia R.A.O. (Raggruppamenti di Attesa Omogenei), è stato
introdotto per la prima volta a Rovereto (TN), ed è attualmente in uso in molte aziende sanitarie del territorio nazionale.
La metodologia R.A.O. viene ripresa nel presente documento, in funzione delle 4 classi di priorità individuate
dalla Regione Lazio con il “Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa 2013-2015”, approvato con
DCA 437/2013:
- classe U = urgente, prestazione da assicurare entro le 72 ore;
- classe B = breve, prestazione da assicurare entro 10 giorni;
- classe D = differibile, prestazione da assicurarsi entro 30 giorni se visita o entro 60 giorni se
indagine strumentale;
- classe P = programmata, prestazione non prioritarizzata, ma da assicurarsi comunque entro 180
giorni.
Inoltre con il provvedimento si stabilisce di affidare alla Direzione Regionale Salute e Politiche Sociali il compito di provvedere, tramite
la Task Force Liste di Attesa e in collaborazione con i referenti unici aziendali nominati in
tutte le aziende Sanitarie pubbliche, alla diffusione delle linee guida regionali e al
monitoraggio della loro applicazione nella pratica clinica;
- prevedere l’aggiornamento delle linee guida e la loro eventuale estensione ad altre tipologie
di prestazioni con cadenza approssimativamente annuale.
Alla pubblicazione del provvedimento si è scatenata una forte opposizione dei medici di base.
Già l'anno scorso ebbi modo di scrivere che in Italia abbiamo un numero elevatissimo di apparecchiature molto complesse di gran lunga superiore a quelle presenti in altri Paesi d'Europa e che nonostante questo ci sono liste di attesa lunghissime così i malati finiscono per farsi fare gli esami dai privati a pagamento o in regime di libera professione.
Basterebbe questo a comprendere che esiste una iperprescrizione e senza dubbio una scarsa appropriatezza delle richieste.
A ciò si aggiunge la liberalizzazione della pubblicità in campo sanitario per cui ambulatori privati acquistano pagine intere di quotidiani per pubblicizzare alcuni esami e la loro presunta necessità.
Ben venga pertanto una maggiore attenzione alla prescrizione di accertamenti diagnostici, ma personalmente ritengo che se si vogliono governare le liste di attesa ci sono ben altri strumenti da mettere in campo dal punto di vista manageriale, attraverso analisi più dettagliate con una diversa organizzazione di uomini e mezzi e con adeguate verifiche sulle strutture accreditate che troppo spesso sfuggono ai controlli producendo più di quanto previsto in sede di autorizzazione e che restano ancora fuori del sistema del CUP.
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