L'annuale meeting di Davos del World Economic Forum ancora una volta mette a nudo le pecche del nostro Paese che, tra i Pesi sviluppati è uno dei pochi a regredire passando dal 21° posto a 27°.
Una dimostrazione del fatto che le affermazioni del nostro giovane ex premier non corrispondevano alla realtà.
Il ranking italiano è stato misurato su una serie di indici molto complessi che vanno dall'istruzione e la formazione professionale alle infrastrutture, ai servizi pubblici, alla corruzione, al lavoro, al sistema sociale, alle disuguaglianze, al sistema fiscale , l'intermediazione finanziaria, ecc.
In tutte le singole graduatorie non eccelliamo.
Tutto questo è molto triste e deve far riflettere i nostri governanti sulle strategie seguite.
Occorre impegnarsi di più per non restare indietro, ma è necessario coinvolgere non solo tutte le amministrazioni centrali, ma anche gli enti locali.
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