martedì 17 gennaio 2017

RELAZIONE SULLE INFILTRAZIONI MAFIOSE E CRIMINALI NEL GIOCO LECITO E ILLECITO

La Camera ha approvato questo pomeriggio (17 gennaio) la risoluzione Bindi, Binetti ed altri n. 6_00281, presentata alla relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (Doc. XXIII, n. 18) 
La relazione era stata approvata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre organizzazioni criminali anche straniere  il 6 luglio scorso. Nelle conclusioni della relazione si legge che "..la legge di stabilità per il 2016 ha attribuito alla Conferenza unificata Stato - autonomie locali il compito di definire, entro il 30 aprile 2016, le caratteristiche dei punti vendita di gioco e i criteri per la loro distribuzione sul territorio, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e prevenire il rischio di accesso dei minori, si segnala l’urgenza che quanto prima si pervenga al raggiungimento della predetta intesa, auspicando che la soluzione della cosiddetta "questione territoriale", per gli aspetti di interesse istituzionale della Commissione parlamentare antimafia, si ispiri ai seguenti criteri di massima: a) al fine di agevolare i controlli amministrativi e di polizia sui vari punti di gioco, presupposto indispensabile per uno sviluppo corretto di un settore ad alto rischio di infiltrazione mafiosa qual è quello del gioco d’azzardo, il nuovo sistema distributivo del gioco lecito si deve fondare su un armonico equilibrio di dimensionamento generale dell’offerta totale di gioco e su una distribuzione sul territorio dei punti vendita di gioco sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli che possono in concreto essere assicurati dalle autorità a ciò preposte; b) l’eccessiva polverizzazione sul territorio delle diverse tipologie di punti di gioco pone un notevole ostacolo all’effettuazione di adeguati controlli amministrativi e di polizia; ciò vale a maggior ragione, ma non solo, nelle aree del Paese dove le autorità inquirenti sono chiamate a far fronte quotidianamente alle minacce poste da articolate organizzazioni criminali anche di tipo mafioso; occorre, pertanto, offrire alle regioni e agli enti locali, in alternativa o in aggiunta alle tipologie di punti di gioco previsti dalla legislazione vigente, la possibilità di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia assorbita e concentrata in un numero limitato di "luoghi di gioco" considerati "sicuri". Ad esempio, potrebbero essere istituite "sale da gioco certificate", con caratteristiche tali da scongiurare ogni minimo rischio di infiltrazione criminale, elusione delle regole o di distorsione, come, ad esempio, una formazione specifica del personale, l’accesso selettivo all’ingresso della sala, la completa identificazione dell’avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò, collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l’ADM; c) sul presupposto che le varie aree del Paese sono sottoposte a differenti profili di rischio di condizionamento e di infiltrazione mafiosa, oltre che della maggiore o minore propensione al gioco compulsivo, alla dipendenza da gioco patologico e a differenti situazioni di tensione o degrado sociale, occorre che nella fase di predisposizione dei criteri per la distribuzione sul territorio, previsti dalla legge al fine, tra l’altro, di "garantire i migliori livelli di sicurezza (…) per la tutela dell’ordine pubblico", sia attribuita la necessaria rilevanza a significativi indicatori di rischio, quali l’ “indice di presenza mafiosa” dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano, l’ "indice di organizzazione criminale" (IOC) elaborato dall’EURISPES ed altri indici pertinenti quali quelli utilizzati dall’ISTAT nel rapporto BES 2014; d) ferma restando la pianificazione che deriverà dall’intesa, è necessario che comunque agli enti locali, primi sensori sul territorio in grado di percepire situazioni di pericolo del – 67 – quadro sociale e del diffondersi di illegalità e disagio connesse al gioco, sia offerta l’opportunità di far fronte adeguatamente e con prontezza a tali situazioni; l’adozione di misure che comportino, anche indirettamente, la riduzione o l’annullamento dell’offerta di gioco sul territorio pattuita con l’intesa non è l’unica opzione: al contrario, lo Stato (e le regioni) dovranno, in primo luogo, farsi carico di sostenere l’ente locale, con tempestività e con adeguate risorse, nell’adozione di misure tese a porre rimedio all’imprevista situazione emergenziale, attraverso l’intensificazione dei controlli sui punti di gioco e scommesse, il presidio permanente dei punti di gioco ritenuti a maggior rischio, nonché la destinazione di risorse straordinarie per il potenziamento dell’operatività della polizia locale e dei servizi sociali".
Il testo completo della relazione lo trovate qui:

Nessun commento:

Posta un commento