martedì 10 gennaio 2017

L'UTILIZZO DEI FONDI COMUNITARI DA PARTE DELL'ITALIA SECONDO LA CORTE DEI CONTI

La Corte dei Conti - Sezione di controllo sugli affari comunitari con deliberazione n. 17 del 15 dicembre scorso ha approvato la Relazione annuale per il 2016 sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari. Un argomento molto delicato che purtroppo ancora una volta ci fornisce notizie non certo esaltanti.
Dalle conclusioni della  relazione apprendiamo che più dell’85% del bilancio della UE è investito negli Stati membri e che, in questa difficile congiuntura economica, è di importanza vitale che tutti i Fondi disponibili siano ben spesi. E’, quindi, necessario sottolineare, per tutti i Programmi, che il contrasto alle irregolarità e frodi, a danno del bilancio dell'UE, debba costituire una priorità avviando un’efficace azione di recupero delle somme perdute, per garantire che tali risorse siano dedicate ai principali obiettivi posti dall'Unione, quali lo sviluppo dei territori e la creazione di posti di lavoro.
Per quato riguarda l'utilizzo dei fondi strutturali al fine di prevenire l'utilizzo fraudolento dei Fondi, in futuro, le Autorità di gestione dovranno analizzare con attenzione i meccanismi sottostanti le irregolarità, particolarmente nei casi gravi, valutando con maggiore rigore le prassi applicative adottate.
Meno elevati sono gli importi irregolari per l’anno 2016 (fino ad agosto), con le somme più rilevanti per il FESR. In netto aumento rispetto al 2015 si presentano le irregolarità in materia agricola incrementate rispetto alle segnalazioni del 2015, di circa il 47%, ma trattandosi di una cadenza temporale non completa, è solo alla fine dell’anno che può essere valutato l’effettivo trend.
I Programmi maggiormente interessati da irregolarità sono quelli regionali, i cui importi di spesa irregolare incidono nell’annualità 2015, per il 55,9,% sull’importo complessivo, di questi l’87,7% del totale è relativo a fenomeni riscontrabili nelle Regioni meridionali e desta preoccupazione la circostanza che in una sola Regione sono presenti segnalazioni per irregolarità nell’ambito di Fondi strutturali i cui importi sono pari a circa il 45% di quelli complessivamente segnalati nell’anno per l’intero Paese.
Nell’ambito dei Fondi strutturali, in particolare nel 2015, va segnalato l’incremento delle irregolarità in materia di Fondo sociale europeo – FSE, con una casistica con importi particolarmente rilevanti nella Regione Sicilia (71,9, milioni di euro): si tratta di progetti della Programmazione 2000-2006 per i quali sono pendenti procedimenti penali. Il settore degli appalti continua a essere un’area ad elevata sensibilità relativamente alla presenza di errori e irregolarità. Nell’ampia casistica degli errori e irregolarità riscontrati, la violazione della normativa sugli appalti continua a essere la tipologia percentualmente prevalente. Circostanza questa comune non solo all’Italia, ma all’intera area UE, soprattutto relativamente alla spesa cofinanziata dal FESR e dal Fondo di coesione, 
come evidenziato anche dalla Corte dei conti europea nella Relazione annuale sull’esercizio 2015. Le fattispecie più frequenti sono costituite da: lavori aggiuntivi appaltati senza gara, perizie di variante in assenza di circostanze impreviste ed imprevedibili, aggiudicazione diretta di contratti in assenza di specifica giustificazione. Seppure a livello nazionale, il tasso medio di irregolarità si attesta sullo 0,5%, tale fenomeno è motivo di notevole preoccupazione. Al riguardo si evidenzia che questa Sezione ha in corso (in fase di completamento) un audit sugli errori in materia di appalti pubblici. Sugli esiti di
tale indagine riferirà a breve espressamente al Parlamento.
Non meno gravi sia per le modalità operative che per l’entità degli importi coinvolti si presentano le irregolarità (sospette frodi) evidenziate con riguardo al PON Ricerca ed innovazione, Programma indirizzato all’innovazione che avrebbe dovuto costituire leva essenziale per lo sviluppo del Paese.
Il fenomeno delle irregolarità desta allarme anche in considerazione del fatto che nelle fattispecie fraudolente, fra i sistemi di frode utilizzati è frequente la falsità delle dichiarazioni per dissimulare l’assenza dei requisiti essenziali, con la conseguenza che, soprattutto nel settore dei contributi pubblici, le attività finanziate non sono poste in essere. Tale condotta non solo è strumentale all’illecita distrazione dei fondi concessi, ma danneggia le finalità specifiche alle quali le sovvenzioni sono indirizzate (sono rivolte, tra l’altro; alla riqualificazione professionale dei lavoratori, allo sviluppo delle attività imprenditoriali ed allo sviluppo sostenibile della Politica agricola), vanificando la finalità di incentivare
le occasioni di crescita nel settore e nelle Regioni interessate. Vanno, altresì, considerati gli effetti negativi che le irregolarità producono, non solo sul tessuto sociale, ma anche sul rapporto fiduciario fra i cittadini e le Istituzioni dell’Unione. Nei casi più gravi, peraltro, alimentano i flussi dell’economia illegale che trae giovamento dalle carenze gestionali della Pubblica amministrazione.
Ulteriore motivo di preoccupazione è constatare che sono limitate le azioni di recupero avviate dalle Amministrazioni per il ristoro del bilancio comunitario e nazionale, quest’ultimo particolarmente gravato anche dalle rilevanti somme oggetto di decertificazione (modalità in base alla quale il rischio finanziario è esclusivamente a carico dello Stato membro).
La Sezione ha attribuito importanza crescente al monitoraggio del fenomeno sia sotto il profilo dei dati statistici, che delle prassi comportamentali ed ha costituito una propria banca dati (SIDIF-ConosCO) che, utilizzando le segnalazioni che le Amministrazioni nazionali periodicamente indirizzano all’OLAF, fornisce elementi conoscitivi su diversi piani anche con riguardo alle somme da recuperare. La Corte dei conti ha in tal modo la possibilità di svolgere un costante controllo sulle azioni poste in essere dalle
Amministrazioni per ristorare l’Erario nazionale e comunitario.
A fronte di una significativa presenza di segnalazioni per irregolarità per elevati importi va evidenziata l’efficacia del sistema dei controlli adottato dall’Italia, anche in rapporto a quanto avviene in altri Paesi membri dell’UE. Un’attendibile valutazione comparativa del fenomeno in sede europea presupporrebbe
un’armonizzazione dell’attività di controllo, in linea con le osservazioni del Parlamento europeo che allo stato non sembra sussistere. 

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