Dopo inutili rinvii, appelli ecc. in molti Comuni sono ancora parte delle discariche che sono state oggetto dell'apertura di una procedura di infrazione europea con deferimento in data 17 maggio del nostro paese alla Corte di Giustizia
Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti al Question Time in Aula alla Camera in risposta ad una interrogazione sulla bonifica delle discariche oggetto di procedura di infrazione europea, con particolare riferimento al territorio della Basilicata ha affermato che la delicatezza del caso impone l'adozione di misure efficaci al fine di scongiurare una nuova condanna nei confronti del nostro Paese.
Il ministro ha aggiunto che il ministero dell'Ambiente "si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti e di identificare ogni eventuale ulteriore ritardo nella realizzazione degli interventi di adeguamento e di chiusura delle discariche oggetto del contenzioso, anche per valutare l'opportunità di esercitare i poteri sostitutivi, per evitare un'ulteriore condanna e sanzioni pecuniarie”.
Il Ministero nel caso di inadempienza da parte della regione potrebbe anche valutare l'opportunità da parte del ministero dell’ambiente di “esercitare i poteri sostitutivi".
“Con particolare riferimento alla situazione della Regione Basilicata - spiega ancora Galletti - relativamente alla procedura d'infrazione in questione, si fa presente che l'ultimo aggiornamento, rispetto alle 26 discariche riportate nel parere motivato complementare di giugno 2015, documenta 3 certificazioni di conclusione dei lavori di chiusura; 8 interventi conclusi ed in corso di certificazione; 10 interventi finanziati con risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, di cui al Patto per lo Sviluppo della Regione Basilicata, per un totale di 7 milioni e 520 mila euro. E ancora, 2 interventi finanziati con risorse di cui alla delibera CIPE numero 55/2016, per un totale di 6 milioni e mezzo di euro; 1 discarica finanziata con fondi comunali; 2 discariche private finanziate dai gestori degli impianti con fondi propri”.
Molte responsabilità sono delle regioni che non hanno provveduto a mettersi in regola con il D.lgs 152.
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