giovedì 1 giugno 2017

IL LAGO DI PAOLA NON SI INQUINA DA SOLO

In data 6 settembre 2011 presentai una mozione sulla situazione dell’inquinamento del lago di Paola per chiedere che fosse affrontato il problema del suo risanamento; la mozione fu discussa nella seduta del 26 ottobre dello stesso anno e fu respinta (delibera n. 58/2011) da: Lucci, Benedetti, Ciriello, Mignacca, Fogli, Iodice, Zeoli, Cuccaroni, Bianchi Nicola; votammo a favore solo Amedeo Bianchi ed io); Schintu si astenne, mentre al momento della votazione si assentarono Chiarato, Capriglione, Di Maio e Venditti.
Nel corso dell’incontro/scontro tra i candidati a sindaco di Sabaudia che si è tenuto il 31 maggio ho sentito in alcuni degli interventi che occorrerebbe acquistare il lago per poter provvedere al suo risanamento.
Peccato che l’idea venga da persone che fino a ieri affermavano che il lago fosse di proprietà pubblica e che fosse sufficiente solo un intervento della regione, mentre già più volte l’Avvocatura dello Stato ha dovuto prendere atto che benché le norme fin dall’Unità d’Italia abbiano stabilito che tutte le acque interne siano pubbliche, proprio all’epoca molti “pezzi” del demanio fossero stati ceduti a privati per poter tappare i buchi creati dalle guerre di conquista condotte dai Savoia; per quanto riguarda il lago di Paola la cessione risale al 1881.
Presento brevemente il lago di Paola: è un bacino salmastro di 3,9 kmq ed una profondità massima di mt.10; l’apporto di acqua dolce negli ultimi decenni è diminuito sia a causa della riduzione della portata degli affluenti che a causa dell’emungimento della falda fatta dai pozzi posti in riva al lago per usi civili, con il risultato che l’acqua è sempre più salata.
Ma veniamo alla questione del presunto autoinquinamento del lago: dalle analisi fatte in più occasioni e in vari punti di prelievo è stata accertata la presenza di inquinanti di tre tipi:
a)                  Di origine civile: sia fecale (escherichia coli, enterococchi, ecc.) che chimica per sostanze utilizzate dalle famiglie;
b)                 Di origine industriale: gasolio, sostanze chimiche, ecc.
c)                  Di origine agricola: pesticidi e loro derivati chimici.
Si tratta di come è evidente di sostanze che non possono in alcun modo essere prodotte dal lago.
Naturalmente alcune sostanze chimiche come i fertilizzanti producono la crescita abnorme di alcune alghe che a loro volta, morendo quando la temperatura dell’acqua aumenta durante l’estate, finiscono sul fondo del lago decomponendosi e dando origine vapori maleodoranti. Questo problema può essere eliminato da parte dell’amministrazione eredi Scalfati tagliando le alghe nel momento della massima fioritura e asportandole, come fatto l’anno passato, quando infatti non ci fu alcun effetto sgradevole.
La situazione del lago è monitorata, anche se in maniera insufficiente dall’ARPA e resa pubblica grazie all’ISPRA che già da alcuni anni ha assegnato alle acque superficiali del parco un bollino rosso, proprio a segnalare la gravità della situazione.
Come fare: le acque superficiali sono dotate di una proprietà autodepurante per cui se venissero a cessare i fenomeni di inquinamento dalle varie fonti; questo è stato dimostrato durante un recente convegno tenutosi a Terracina ed organizzato dal WWF Litorale Laziale.
Pertanto il Comune dovrebbe intervenire per costringere tutte le abitazioni ad allacciarsi alla rete fognaria. L’ex sindaco l’anno passato ha ammesso che solo il 75% delle case sarebbero allacciate quindi ne manca il 25%, ma di chi la colpa? Cosa ha fatto il comune in tutti questi anni?
Sarebbe anche opportuno verificare la presenza di allacci impropri alla rete delle acque chiare.
Lo stesso discorso andrebbe fatto su tutte le attività imprenditoriali e sugli affluenti (che attraversano anche la città) per verificare che non scarichino, neanche saltuariamente sostanze inquinanti.
Resta il problema dei pesticidi utilizzati in agricoltura: all’interno del Parco è vietato l’uso di queste sostanze chimiche in base al D.M. 10 marzo 2015 “Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette”.
Qui la direzione del Parco ha avviato di recente una serie di iniziative per sostenere il passaggio all’agricoltura biologica degli imprenditori agricoli con l’aiuto dell’Assessorato regionale dell’agricoltura, ma anche il comune dovrebbe collaborare per sostenere gli agricoltori anche ricorrendo ad un progetto europeo.
Senza dubbio ritengo che sia necessario incrementare i punti di prelievo delle acque da parte dell’ARPA e anche la loro numerosità per consentire un monitoraggio più assiduo anche perché nel lago esiste anche una coltura di mitili.
Infine c’è il problema dell’inquinamento delle acque sotterranee (la falda acquifera) che è pesantemente inquinata come dimostrano gli scarsi prelievi fatti; la cosa è molto più grave del previsto perché qui non esiste autodepurazione e anche a distanza di anni la presenza delle sostanze inquinanti permane senza che si degradi.
Pertanto il lago viene inquinato da cause esterne che la politica deve affrontare; poi se il Governo vorrà acquistare il lago per completare il patrimonio del Parco è un'altra cosa.
In alcuni dei programmi elettorali depositati in Comune dai candidati si legge che sarebbe il caso di verificare la presenza di eventuali fonti di inquinamento delle acque del lago, come se si trattasse di qualcosa ancora da accertare e non fosse una questione conclamata da anni e quasi si abbia timore di dire agli inquinatori (perché così vanno chiamati): sia che siano ricchi proprietari di ville che imprenditori agricoli o piccoli industriali e artigiani, che occorre cambiare.
Ma forse c’è da cambiare una classe dirigente che da troppi anni in Comune ha lasciato che questa situazione andasse avanti senza fare nulla, lasciando che venisse danneggiato  l’ambiente prezioso di un Parco nazionale.

1 commento:

  1. In certi personaggi l'ignoranza e e la supponenza, sono malattie incurabili

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