venerdì 20 luglio 2018

LA COMMISSIONE EUROPA DEFERISCE NUOVAMENTE L'ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER PROBLEMI AMBIENTALI

Il Commissario europeo Karmenu Vella dopo aver atteso pazientemente che l'Italia superasse il periodo elettorale è partito con una raffica di iniziative.
Quattro deferimenti alla Corte di giustizia non era mai successo.
A queste si aggiunge  l’apertura di tre nuove procedure), un parere motivato (una procedura aperta in precedenza che viene portata avanti), un richiamo supplementare su un caso già aperto. 
Un bilancio pesantissimo per il Paese, che vede aumentare il numero di contenziosi aperti con Bruxelles (le procedure aperte passerebbero da 61 a 62).
La Commissione europea trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea per diversi motivi. 
  1. Mancata trasmissione del programma nazionale della gestione dei combustibili esauriti e dei rifiuti radioattivi. Nessuno li vuole, così, mentre gli Enti locali litigano, l’UE ci chiede conto di quello che non si è stati capaci di fare. A proposito di incapacità: l’Italia finora non ha saputo recepire la direttiva del 2012 sulle prescrizioni tecniche relative agli esami effettuati su tessuti e cellule umani.
  2. Mancata soluzione del problema della Xylella fastidiosa, ci sarebbero ancora circa 3.000 piante non sradicate, secondo l’esecutivo comunitario, che adesso procede per le vie legali. 
  3. Mancato abbattimento delle emissioni.  In Italia si respirano ancora troppi ossidi di azoto (NO2) e polveri sottili (Pm10). 
  4. Mancate verifiche sui motori montati dalle vetture della FCA, che sarebbero state messe in circolazione in violazione delle regole comunitarie in materia di emissioni di gas inquinanti. Non è questa la posizione italiana, che motiva il mancato intervento sanzionatorio per via di diverse metodologie di calcolo e diverse tecnologie di test. 
  5. Mancata attuazione delle direttive Euratom in materia di norme di sicurezza contro l’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. 
Ma ci sono anche altri problemi:
  • Esenzione dal pagamento della accise per il gasolio delle imbarcazioni da diporto. Si tratta  di aiuti di Stato incompatibili con le regole comuni. infine l’Italia si vede notificare l’apertura di una procedura per il mancato rispetto della sentenza della Corte sulla gestione delle acque reflue. Servono reti fognarie che ancora non ci sono. E per questo si rimette in mora l’Italia;
  • Acque reflue, un tema che vede coinvolti circa 1.000 comuni sparpagliati tra la maggior parte delle regioni. Bruxelles ha annunciato l'apertura della quarta procedura d'infrazione per il mancato rispetto delle norme Ue che obbligano gli Stati membri a dotare tutti i centri urbani di reti fognarie e impianti di depurazione in grado di garantire una qualità delle acque, in linea con l'esigenza di salvaguardare l'ambiente e la salute. Il nuovo procedimento è stato avviato dalla Commissione dopo aver constatato che, nonostante il confronto in corso con l'Italia da oltre un decennio e le tre procedure d'infrazione già aperte, ben 276 comuni di piccole dimensioni (tra i 2mila e i 10mila abitanti) violano ancora gli obblighi fondamentali di raccolta, trattamento e monitoraggio delle acque reflue. Una situazione che, si evidenzia in una nota, può "comportare un rischio per la salute e l'inquinamento di laghi e fiumi, del terreno nonché delle acque costiere e sotterranee".
La Commissione ha già inviato delle note con richiesta di spiegazioni che però se non saranno ritenute sufficienti poteranno alla messa in mora dell'Italia 

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