martedì 24 luglio 2018

A seguito delle sollecitazioni ricevute da alcuni leaders europei oggi 25 luglio la Commissione approfondisce il concetto dei centri controllati e le misure a breve termine che potrebbero essere prese per migliorare la gestione dei migranti sbarcati nell'Unione e presenta un primo schema del possibile modus operandi per la conclusione di intese regionali sugli sbarchi coi paesi terzi. L'operatività delle intese regionali sugli sbarchi va vista come attività parallela e complementare allo sviluppo dei centri controllati nell'UE: insieme, i due concetti dovrebbero contribuire a una vera condivisione della responsabilità a livello regionale nella risposta alle sfide complesse poste dalla migrazione.
Il Commissario Avramopoulos ha dichiarato: "Oggi più che mai abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni alla questione migratoria. Siamo pronti a sostenere gli Stati membri e i paesi terzi ai fini di una migliore cooperazione sugli sbarchi delle persone soccorse in mare. Per ottenere risultati concreti e immediati dobbiamo però essere uniti: non soltanto oggi, ma a lungo termine. Dobbiamo adoperarci per soluzioni durature."
"Centri controllati" nell'UE
Per rendere più ordinata ed efficace la gestione delle persone sbarcate nell'Unione europea, i leader hanno auspicato l'istituzione di "centri controllati" nell'UE. L'obiettivo primario sarebbe migliorare il processo di distinzione tra le persone bisognose di protezione internazionale e i migranti irregolari che non hanno diritto di restare nell'UE, accelerando al contempo i rimpatri.
I centri sarebbero gestiti dallo Stato membro ospitante con il pieno sostegno dell'UE e delle agenzie dell'UE; potrebbero essere temporanei o ad hoc, a seconda dell'ubicazione. I principali elementi dei centri sono i seguenti:
  • pieno sostegno operativo, con squadre di sbarco formate da guardie di frontiera europee, esperti di asilo, addetti allo screening di sicurezza e agenti addetti ai rimpatri, i cui costi sarebbero coperti integralmente dal bilancio dell'UE;
  • gestione rapida, sicura ed efficace che riduca il rischio di movimenti secondari e sveltisca la determinazione dello status della persona;
  • pieno sostegno finanziario agli Stati membri volontari per la copertura dei costi delle infrastrutture e i costi operativi e sostegno finanziario agli Stati membri che accettano i trasferimenti delle persone sbarcate (6 000 € per persona).
Per sperimentare questo concetto potrebbe essere avviata appena possibile una fase pilota con l'applicazione di un approccio flessibile.
La Commissione fungerà da cellula centrale di coordinamento per gli Stati membri che partecipano agli sforzi di solidarietà: si tratterà di una misura temporanea in attesa che possa essere creato un vero e proprio sistema nel contesto delle riforme in corso del sistema europeo comune di asilo.
Intese regionali sugli sbarchi
Oltre all'istituzione di centri controllati, i leader dell'UE hanno chiesto alla Commissione di esaminare il concetto delle intese regionali sugli sbarchi, in stretta cooperazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e in partenariato con paesi terzi.
Obiettivo delle intese regionali sugli sbarchi è fare in modo che le persone soccorse possano essere sbarcate rapidamente e in condizioni di sicurezza, su entrambe le sponde del Mediterraneo, nel rispetto del diritto internazionale, compreso il principio di non respingimento (non-refoulement), e che la fase successiva allo sbarco sia gestita responsabilmente.
I principali elementi delle intese regionali sugli sbarchi sono i seguenti.
  • Regole chiare per tutti: per ridurre le morti in mare e assicurare ordine e prevedibilità negli sbarchi, si dovrebbero incoraggiare tutti gli Stati costieri del Mediterraneo ad istituire zone di ricerca e soccorso (SAR) e centri di coordinamento del soccorso in mare (MRCC).
  • Il concetto è sviluppato da UNHCR e OIM, che contribuiranno ad assicurare che le persone sbarcate possano ricevere protezione se ne hanno bisogno, anche attraverso i programmi di reinsediamento, o, se non risultano bisognose di protezione, siano rimpatriate, anche attraverso i programmi di rimpatrio volontario assistito e di reinserimento condotti dall'OIM.
  • Partenariati su un piano di parità: si svilupperà una collaborazione con i paesi terzi interessati muovendo dai partenariati vigenti; a tali paesi sarà offerto un sostegno personalizzato, ritagliato sulla specifica situazione politica, socioeconomica e di sicurezza di ciascuno.
  • Nessun fattore d'attrazione: non tutte le persone sbarcate che necessitano di protezione internazionale potranno fruire delle possibilità di reinsediamento; si dovrebbero predisporre punti di accoglienza in luoghi il più possibile lontani dai punti di partenza irregolare.
  • Né trattenimento né campi: le intese regionali sugli sbarchi comportano la predisposizione di un complesso di regole e procedure finalizzate a uno sbarco e una fase successiva gestiti con ordine in condizioni di sicurezza, nel totale rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.
  • Sostegno finanziario e logistico dell'UE: l'UE è pronta a offrire sostegno finanziario e operativo per le attività legate agli sbarchi e alla fase successiva, così come per la gestione delle frontiere, tramite apparecchiature, formazione ed altre forme di assistenza.

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