Sempre più spesso nel profluvio di comunicazione da parte dei membri della maggioranza si afferma con forza la volontà di cambiare il Codice dei contratti approvato con il D.lgs 50/2016 poi modificato e integrato con il D.lgs 56/2017.
Un codice che è stato da subito avversato più che dagli imprenditori dai burocrati che non hanno condiviso certe procedure ma specialmente il discorso della qualificazione delle stazioni appaltanti.
Le Centrali uniche di committenza in molti casi esistono soltanto sulla carte mentre i vari Comuni proseguono come se nulla fosse ad indire gare ognuno per la parte che gli interessa senza curarsi degli obiettivi che erano alla base delle nuove procedure che miravano non solo a consentire di contenere la spesa, ma anche a migliorare la qualità delle procedure e delle gare.
Non sono mancati ritardi anche da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che deve emanare ancora molti provvedimenti attuativi.
Con la scusa di vere o presunte carenze molti comuni medi e piccoli (che poi sono la maggioranza) seguitano a procedere con affidamenti diretti ignorando il concetto della rotazione dei fornitori che pure nei piccoli comuni dovrebbe essere una cosa importante.
La politica è sorda a queste cose presa dalla voglia del fare, comunque e senza tener conto di certe esigenze per cui proprio i piccoli e medi comuni non hanno adottato alcun regolamento per le spese sottosoglia europea.
La politica è sorda a queste cose presa dalla voglia del fare, comunque e senza tener conto di certe esigenze per cui proprio i piccoli e medi comuni non hanno adottato alcun regolamento per le spese sottosoglia europea.
La cosa grave è che tutte questo avviene anche in quegli enti in cui qualche funzionario è stato addirittura arrestato per problemi relativi alle procedure di affidamento di lavori o forniture.
Evidentemente, nonostante tutte le dichiarazioni di buona volontà fatte da certi amministratori appena eletti non appena spenti i riflettori, si torna a fare tutto come prima, come se nulla fosse sempre all'insegna del clientelismo più sfrenato.
La spinta che viene da molti amministratori locali per cercare di ridimensionare il codice dei contratti è forte e la scusa che viene portata avanti è che gli appalti sono fermi.
In questo modo si cerca di nascondere le omissioni , le manchevolezze di alcuni.
Ci sono amministrazioni che hanno utilizzato al meglio le opportunità offerte dal Codice dei contratti ed hanno realizzato opere pubbliche importanti, come mai gli altri non lo hanno fatto ?
Ogni Comune ha un elenco di opere incompiute, di beni comuni abbandonati, vogliamo fare gli elenchi e portarli sul tavolo dei Sindaci ?
Il nuovo Governo ha il dovere di completare l'emanazione dei provvedimenti delegati senza se e senza ma.
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