giovedì 12 luglio 2018

SSR TORNA AD AUMENTARE LA SPESA PER BENI E SERVIZI

Il referto della corte dei conti al parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali approvato con deliberazione n. 3/SEZAUT/2018/FRG merita un approfondimento.
Mentre la spesa del personale scende quella per beni e servizi è tornata ad aumentare  soprattutto per quanto riguarda gli acquisti dei beni che ha fatto registrare un importo di 18.103,743 milioni, a fronte di una spesa per servizi erogati da enti a gestione diretta pari a 58.926,696 milioni. 
Molto preoccupante l'aumento dei servizi non sanitari come quelli economali (pulizie, ristorazione, ecc.).
In leggero aumento anche il costo dell'aggregato "beni e altri servizi", che evidenzia (finora) un dato di consuntivo di 38,748 miliardi (38,385 miliardi nel 2015), con un aumento, in valori assoluti, di circa 0,363 miliardi e rappresenta la voce di maggior peso sul comparto (seguita da quella del personale), con un'incidenza percentuale del 33,9% (33,3% nel 2015). 
Da quanto evidenziato da Quotidianosanita.it all'aggregato contribuiscono circa una decina di componenti: acquisizione di beni propriamente detti; servizi sanitari e non; servizi non sanitari appaltati; manutenzioni e riparazioni; godimento di beni di terzi; oneri diversi di gestione ed imposte e tasse; accantonamenti tipici, interessi passivi e oneri finanziari.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale della spesa, il maggior volume di costi è in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, Veneto e Piemonte. Rispetto al 2015 alcune regioni hanno presentato sostanziali aumenti, come la Campania (+17,4%), la Calabria (+15,2%) la Sicilia (+12,0%), la Lombardia (+13,0%), la Liguria (+11,2%) e la Valle d'Aosta (+10,9%); altri in termini più contenuti, ma sempre significativi. 
Nella maggior parte delle regioni, agli aumenti dei costi per acquisti si è avuta una contrazione in altre voci di spesa, segno evidente che alla maggiore domanda di assistenza cui dare riscontro si è avuta una diminuzione di altri servizi, soprattutto non sanitari. 
Sarebbe ora che il Parlamento ponesse un freno al trasferimento della spesa dal personale ai beni e servizi anche per prevenire eventuali fenomeni corruttivi dato che sempre più spesso vengono affidati all'esterno servizi che potrebbero essere svolti tranquillamente da personale interno.
Emergono almeno in alcuni casi evidenti danni erariali.

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