La Sezione delle autonomie della Corte dei conti con deliberazione n. 3/2018 ha approvato il Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali.
Secondo la Corte le politiche di consolidamento della spesa sanitaria, avvenute con successo nel corso degli
anni successivi alla recessione del 2009, prevedono un’ulteriore riduzione dell’incidenza del settore
sul Pil, poiché lo scenario previsionale esposto nella Nota di Aggiornamento del Def 2017 per gli
anni 2018/202024, stimando una crescita della spesa annua del SSN di circa l’1,3%, inferiore quindi
a quella del Pil in valore nominale (circa 3% annuo), ne ipotizza una riduzione, entro il 2020, fino
al 6,3% del Pil.
Tale quadro tendenziale, delineando una sostanziale invarianza della spesa in
termini reali, sembrerebbe garantire risorse sufficienti per la gestione ordinaria del SSN, ma non
anche per la programmazione di politiche di maggiore sviluppo e investimento.
I dati contabilità nazionale sulla crescita nominale della spesa sanitaria e del Pil nell’arco
temporale che va dal 2000 al 2016 evidenziano come la crisi del 2009 abbia determinato una netta
inversione di tendenza: se negli anni 2001/2008 la variazione percentuale media della spesa SSN è
circa doppia rispetto a quella del Pil (6,2% contro 3,5%), nel successivo periodo 2009/2016 i tassi
sono sostanzialmente allineati (0,4% la spesa sanitaria e 0,3% il Pil); se si esclude l’anno cruciale
della crisi, il 2009, in cui il Pil nominale diminuisce del 3,7%, la variazione media della spesa
sanitaria negli anni 2010/2016 è negativa (-0,2%), mentre la variazione nominale del Pil è di segno
positivo (0,9%).
In termini reali, la spesa pro capite sanitaria pubblica è cresciuta del 15,8% nel periodo 2003/2010
(da 1.641 a 1.901 euro), per poi ridursi dell’8,8% negli anni 2010/2016 (da 1.901 a 1.734 euro).
La spesa nominale pro capite negli ultimi otto anni si riduce costantemente e, malgrado
l’incremento registrato nel biennio 2015/2016 rispetto all’anno precedente, essa è stata, nel 2016,
di 1.857 euro, inferiore quindi al livello raggiunto nel 2009; confrontando, inoltre, i dati sulla spesa
sanitaria (pro capite) e il prodotto pro capite a prezzi correnti dell’anno 200826 (l’anno precedente
alla recessione economica del 2009) con il 2016, l’incidenza della spesa pubblica per servizi sanitari
scende dal 6,8% al 6,7% del Pil.
L’importanza e l’entità del processo di ristrutturazione e risanamento finanziario avvenuto nel corso degli ultimi anni a carico del SSN si evidenzia osservando il rapporto
finanziamento/spesa pro capite che, negli anni 2009/2016, migliora di 5,8 punti percentuali: da
92,8% (anno 2009) a 98,6% (nel 2016). In valore assoluto, il surplus di spesa si riduce di 6,5
miliardi (da 8 miliardi, nel 2009, a 1,5 miliardi, nel 2016), pari, in valore percentuale, a una
riduzione dell’incidenza sul finanziamento ordinario del SSN in flessione dal 7,8% (nel 2009)
all’1,4% (nel 2016).
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