domenica 26 giugno 2016

DISAMMINISTRATORE

Se cercate in un qualunque dizionario della lingua italiana, al termine disamminstrare troverete come significato:  amministrare male, in modo inefficiente 
Di qui nasce l'epiteto frequente attribuito a qualche amministratore locale che produce danni nella gestione del proprio Comune.
La complessità delle leggi, la voglia di fare, i cattivi consigliori, le pressioni dei cittadini, le cambiali da pagare a chi ha sostenuto la loro nomina, sono le cause più frequenti. Molti non si rendono conto che decisioni prese con troppa superficialità possono costare sia economicamente che penalmente. Ma qui desidero riferirmi non a quelli che purtroppo sbagliano in buona fede (e sono molti), ma a quelli che lo fanno fidando in una sorta di impunità, nella difficoltà che ha lo Stato a controllare quello che fanno più di ottomila Sindaci.
La nuova riforma della P.A. che lentamente comincia a prendere corpo, anche se mancano moltissimi provvedimenti per il momento non ha inciso sul problema della separazione delle competenze tra politica e dirigenza che, specialmente nei piccoli Comuni ancora non è decollata.
La Corte dei Conti, da quanto ha istituito le sezioni regionali è sempre più attenta e con lei i Servizi Ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e da ultima ma solo in ordine di tempo l'ANAC che, sia pur tra mille difficoltà cerca di essere presente su tutti i fronti. Per cui è finita 'epoca delle impunità per certi "disamministratori"

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