domenica 19 giugno 2016

SENZA OPPOSIZIONE NON C' E' DEMOCRAZIA

Molti di quelli che sedevano fino a pochi giorni fa nei banchi della minoranza e che questa mattina si strappano le vesti recriminando sulla propria sconfitta dovrebbero riflettere. 
Allo scopo di dare un contributo ho pensato di riprendere qui alcuni concetti che formano un capitolo del mio “Manuale per un consigliere comunale di opposizione: come sfidale la maggioranza”
Con il termine “minoranza” vengono comunemente indicate le forze politiche che non fanno parte della maggioranza (che è costituita dalla lista o dalla coalizione che ha espresso il Sindaco) e che ne contrastano legalmente le decisioni politiche assunte. Ma non è detto che ogni minoranza sia opposizione, appare opportuno a questo proposito fare chiarezza tra “minoranza” e “opposizione”, due termini che comunemente vengono utilizzati in alternativa e che invece a mio parere rappresentano posizioni e comportamenti ben diversi.
Secondo alcuni la “minoranza” è composta dall’insieme (quindi con un approccio di tipo quantitativo) di tutte quelle forze politiche che non siano maggioranza, o meglio può essere ragionevolmente identificata come tutti i Gruppi consiliari che non abbiano sottoscritto il programma presentato dalla giunta. 
In sostanza la minoranza è uno stato, mentre l’opposizione è costituita dal gruppo o dai gruppi che mettono in atto concretamente comportamenti ed azioni di contrasto.
I cittadini dalla minoranza si attendono che svolga appieno la sua funzione che è quella di vigilare e di stimolare, pungolare, proporre, insistere affinché si realizzino progetti ed attività, ma anche, naturalmente, di votare contro le proposte che ritiene illegittime o che non condivide, svolgendo cioè una opposizione democratica. Un ruolo cioè di opposizione all’indirizzo politico espresso dalla maggioranza, da cui dovrebbe conseguire una effettiva attività volta al controllo dell’azione della giunta e alla formulazione ed esternazione di un indirizzo politico alternativo, temporaneamente solo virtuale.
Secondo Calamandrei se si vuole che il Consiglio comunale funzioni, l’opposizione non deve mai perdere la fede nella utilità delle discussioni e nella possibilità che hanno gli uomini, anche uno contro cento, di persuadersi tra loro col ragionamento. 
Anche se ridotta a poche unità l’opposizione non deve assumere un comportamento rinunciatario, ma deve esser convinta di riuscire prima o poi, portando avanti costantemente le proprie ragioni, a dividere la maggioranza ed a farla cadere; evitando di ridursi nel complesso di inferiorità consistente nel credere che restar fuori dal governo voglia dire essere ai margini del Consiglio senza contare nulla, quasi in esilio o in penitenza. Pertanto l’opposizione assume una funzione fondamentale per bilanciare il possibile strapotere della maggioranza che, nel caso in cui non trovasse alcun freno, potrebbe degenerare in comportamenti scorretti, autoritari e opportunistici.
Ben lo sanno alcuni Sindaci che sin dalla campagna elettorale cercano di favorire l’elezione nella minoranza di elementi meno battaglieri sostenendoli con il voto disgiunto.
Come accennato l’opposizione non deve svolgere un ruolo di mera presenza ma di controllo attivo e di contrasto, ove necessario, per impedire l’adozione di atti contrari al pubblico interesse. Si tratta quindi di un ruolo che potremmo definire complementare a quello della maggioranza.
Tale concezione è stata portata ai massimi livelli nel sistema parlamentare della Gran Bretagna, che riconosce addirittura un appannaggio al capo dell’opposizione in Parlamento (in quanto capo dello shadow cabinet).
Il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali che prevede all’art. 44 la garanzia delle minoranze e il controllo consiliare. 
L’art. 44, comma 1 del predetto TUEL stabilisce infatti che lo Statuto comunale:
1) Specifichi le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze
2) Preveda l’attribuzione alle opposizioni della presidenza delle commissioni consiliari aventi funzioni di controllo o di garanzia
La tutela dei diritti delle minoranze avviene nella pratica con una serie di strumenti sia a livello di votazioni, richiedendo per alcuni atti una maggioranza qualificata, sia garantendo in ogni caso l’elezione di un rappresentante delle minoranze nelle commissioni o negli organismi delle partecipate.
Ciò però vale solamente per i Comuni di maggiori dimensioni mentre nei Comuni più piccoli l’opposizione è quasi completamente emarginata a causa della riduzione del numero dei componenti delle commissioni.
Purtroppo non sempre la composizione del Consiglio comunale è adeguata al grave compito che è affidato ai suoi componenti, per cui sarebbe auspicabile che ci fosse una maggiore selezione seguendo il suggerimento di Platone: “…dobbiamo preparare i nostri custodi perché siano più competenti di molti altri, in teoria e in pratica, intorno alla virtù…” e che i Partiti curassero la formazione interna dei quadri (come avveniva un tempo).
L’opposizione è uno dei pilastri della democrazia, in quanto può prevenire decisioni errate della maggioranza e contrastare l’arroganza che talora assumono alcuni suoi esponenti. 
La questione è divenuta ancora più importante da quando, con l’elezione diretta del Sindaco è stato rafforzato il suo ruolo, senza che contemporaneamente siano stati previsti nuovi strumenti a favore delle minoranze.
Una opposizione costante e costruttiva condotta con regolarità da “passista”, a tutto campo, è apprezzata dagli elettori più degli scontri episodici anche se quando occorre è importante intervenire con vigore per sostenere le proprie ragioni. 
Le sedute del Consiglio comunale troppo spesso sono ridotte a squallide sceneggiate o recite a soggetto che si concludono in grandi cene collettive in cui alcuni membri della minoranza contrattano la loro dignità per meno di trenta denari. È proprio in comportamenti del genere che si deve individuare la debolezza della minoranza, che non sa crescere e non è in grado di maturare, favorendo così la sua delegittimazione agli occhi degli elettori. 
Nella realtà contemporanea il ruolo dell’opposizione perde sempre più importanza nei confronti dell’opinione pubblica che troppo spesso la ritiene inadeguata. Se da una parte sono state emanate alcune norme che con il fine di rendere più funzionale l’amministrazione danno più potere alla maggioranza, è anche vero che alcuni rappresentanti della minoranza, invece di svolgere una decisa azione di opposizione e di contrasto, si accontentano di qualche favore personale o sono dediti alla ricerca della mediazione, alla contrattazione di ogni misura in aula e, in ultima analisi, alle codecisioni con la maggioranza.
Questi professionisti del consociativismo dovrebbero rendersi conto che il loro comportamento è superato e non è funzionale a un discorso di partecipazione democratica.
Per combattere questo fenomeno, occorre lottare contro la cultura imperante, refrattaria a praticare il contrasto, assumendo nel conflitto politico un comportamento deciso ma al contempo costruttivo. 
La funzione dell’opposizione può essere importante anche per prevenire le azioni della Magistratura che troppo spesso è costretta ad intervenire proprio a motivo della inazione da parte di alcune forze politiche: in particolare le minoranze, che non possono sottrarsi alle responsabilità del loro ruolo che richiede un impegno quotidiano. 
L’assenza di una opposizione la pagheranno tutti, ma se ne accorgeranno troppo tardi.
Aver perso le elezioni non significa aver perduto anche la propria funzione politica, ma deve rappresentare uno stimolo per il rafforzamento della propria azione, lavorando di più per far comprendere agli elettori che chi oggi occupa i banchi dell’opposizione può rappresentare in un prossimo futuro una concreta alternanza e riuscire ad attuare il cambiamento tanto sbandierato durante la campagna elettorale e tanto atteso dai cittadini. 
In questo periodo in cui vige una sfiducia diffusa verso le istituzioni, occorre agire per dare una svolta; è quindi importante organizzarsi, stimolando la partecipazione di tutta la popolazione, per ribaltare la situazione, anche studiando, in relazione alla situazione specifica del proprio Comune, strategie adeguate

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