La strategia posta in atto dal Governo in carica di approvare rapidamente delle leggi per riformare questo o quello (ad esempio la pubblica amministrazione, i codice degli appalti, la scuola, ecc.) stabilendo dei principi e lasciando poi a dei decreti delegati allo stesso governo il compito di riempire con delle norme il tutto, comincia a manifesta numerose crepe.
Nel passato le leggi le faceva il Parlamento, si discutevano, si approfondivano, forse si impiegava qualcosa di più, ma poi uscivano leggi destinate a durare molti anni, ora vengono fatte in fretta leggi che durano pochi anni, anzi spesso destinate ad essere corrette dopo pochi mesi...
Nel passato le leggi le faceva il Parlamento, si discutevano, si approfondivano, forse si impiegava qualcosa di più, ma poi uscivano leggi destinate a durare molti anni, ora vengono fatte in fretta leggi che durano pochi anni, anzi spesso destinate ad essere corrette dopo pochi mesi...
Ho già segnalato su questo blog alcuni ritardi della delega concessa per la riforma della P.A. (l. 124/2015), i cui termini sono prossimi alla scadenza, ma lo stesso Codice degli appalti (L. n.11/2016) benché sia stato rispettato il termine per l'adozione del decreto delegato (D.lgs 50/2016), prevede poi una serie notevole di decreti attuativi da parte del Ministero delle infrastrutture (ancora da emanare) e di Linee guida da parte dell'ANAC, molte poste in consultazione ma ancora non operative.
Ora una bravissima giornalista de "Il Fatto Quotidiano": Ilaria Proietti, si è presa la briga di calcolare quanti sono i provvedimento che attendono di essere emanati ed è arrivata alla non modesta cifra di 500!
Sommati a quelli avanzati dalle gestioni precedenti si arriva a 685.
Altro che riforme, qui rischia di bloccarsi tutto.
Importanti provvedimenti annunciati con la solita selva di slides (riforma delle partecipate, soppressione dei segretari generali dei comuni, nomine della dirigenza, servizi pubblici, ecc.) sono ancora in giro a raccogliere pareri non sempre favorevoli, tra Consiglio di Stato, Conferenza Stato regioni , ecc.
Ma ci sono anche le unioni civili, la definizione delle procedure degli arbitrati, ecc.
Il caso del decreto per il canone RAI è emblematico in quanto è stato pubblicato sulla G.U. solo il 4 giugno....
L'introduzione della soft law non sembra che abbia fatto bene alla nostra P.A.
Le province annaspano senza soldi e non riescono più a svolgere nemmeno i servizi più semplici come il taglio dell'erba sulle banchine e sulle rotonde delle strade, i Comuni in molti casi non riescono più a commissionare acquisti od opere superiori a 40.000 euro, il tutto mentre nei Ministeri (e non solo) si seguita a girare con auto sempre più blu.
Ma in mezzo a tutto questo le regioni non stanno a guardare e la Regione Veneto ha presentato un ricorso alla corte costituzionale proprio sulla riforma della P.A., per cui sarà difficile che possano essere approvati decreti delegati sulle materie oggetto del ricorso fino a che non se ne conoscerà l'esito, ma l'udienza non è stata fissata.
Intanto il tempo passa e le deleghe hanno tutte un termine oltre il quale decade la possibilità per il Governo di adottare i decreti.
L'articolo citato lo trovate qui:
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