Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera s) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di licenziamento disciplinare.
Come si legge nel comunicato stampa il decreto interviene sulla disciplina prevista per la fattispecie di illecito disciplinare denominata "falsa attestazione della presenza in servizio". Al dipendente colto in flagrante sarà applicata la sospensione cautelare entro 48 ore e attivato il procedimento disciplinare che dovrà concludersi entro 30 giorni. E’ prevista la responsabilità disciplinare del dirigente (o del responsabile del servizio) che non proceda alla sospensione e all'avvio del procedimento.
Sono state accolte le condizioni poste dalle commissioni parlamentari nei loro pareri e sono state recepite gran parte delle osservazioni avanzate dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato. In particolare, è stato precisato che la fattispecie di falsa attestazione della presenza in servizio comprende anche quella realizzata mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento; è stato garantito al dipendente il diritto alla percezione di un assegno alimentare - nella misura stabilita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti - durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro; al fine di garantire un’opportuna scansione temporale delle diverse fasi del procedimento e per assicurare idonee garanzie di contraddittorio a difesa del dipendente, è stato previsto che con il provvedimento di sospensione si procede anche alla contestuale contestazione dell’addebito e alla convocazione del dipendente dinanzi all'ufficio competente per i procedimenti disciplinari; il dipendente sarà convocato per il contraddittorio con preavviso di almeno 15 giorni e potrà farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale; nei casi in cui il dirigente abbia avuto notizia dell’illecito e non si sia attivato senza giustificato motivo è prevista la responsabilità per omessa attivazione del procedimento disciplinare e omessa adozione del provvedimento di sospensione cautelare e ne viene data notizia all'Autorità giudiziaria.
Il testo definitivo del decreto ripristina alcune norme già in vigore a tutela di un giusto processo nei confronti de dipendente, di fatto ora di novità non ce ne sono molte.
Di nuovo c'è la pressione mediatica su questo problema e una nuova attenzione da parte della stampa.
Il vecchio testo unico dei dipendenti civili dello Stato n. 3/57 prevedeva già norme per il licenziamento per i casi più gravi e sanzioni per i dirigenti che si comportavano in maniera tollerante verso gli abusi commessi dai dipendenti, ora il presidente del Consiglio ha voluto mettere la sua firma su questa cosa, accelerando comunque le procedure e fissando tempi certi alla fine del procedimento.
Il testo definitivo del decreto ripristina alcune norme già in vigore a tutela di un giusto processo nei confronti de dipendente, di fatto ora di novità non ce ne sono molte.
Di nuovo c'è la pressione mediatica su questo problema e una nuova attenzione da parte della stampa.
Il vecchio testo unico dei dipendenti civili dello Stato n. 3/57 prevedeva già norme per il licenziamento per i casi più gravi e sanzioni per i dirigenti che si comportavano in maniera tollerante verso gli abusi commessi dai dipendenti, ora il presidente del Consiglio ha voluto mettere la sua firma su questa cosa, accelerando comunque le procedure e fissando tempi certi alla fine del procedimento.
Nessun commento:
Posta un commento