Il Senato torna a riunirsi domani 14 giugno, dopo una breve pausa dovuta alle elezioni amministrative, con all'ordine del giorno la discussione di alcune mozioni sulle concessioni demaniali marittime e lacuali.
Com'è noto in data 2 febbraio 2009, l'Unione europea ha aperto nei confronti dell'Italia
la procedura d'infrazione n. 2008/4908 per il mancato adeguamento della
normativa nazionale in materia di concessioni demaniali marittime ai
contenuti previsti dalla "direttiva servizi", meglio conosciuta come direttiva
Bolkenstein (direttiva 123/2006/CE); l'Italia ha fornito alcuni elementi di risposta ed ha modificato alcune norme per cui la procedura è stata chiusa, tanto che le concessioni sono state proprogate al 2020, ma è all'esame della Corte di Giustizia europea una causa che vede l'Italia in grande difficoltà su questo tema, in quanto non viene rispettata la famosa medesima direttiva.
Al fine di evitare l'apertura di una nuova procedura di infrazione e dato che vi è tempo residuo sufficiente, dal 2016 al 2020, per il superamento delle contestazioni rivolte all'Italia dall'Unione europea sulle modalità di concessione del demanio pubblico e tenuto conto che sino ad oggi, comunque, le concessioni hanno determinato un introito per il bilancio dello Stato (le concessioni riguardano i beni e non lo svolgimento di servizi), concernono cioè il conferimento in uso di una superficie e non l'autorizzazione a svolgere un servizio (ad esempio, il servizio effettuato attraverso una concessione per il trasporto dei passeggeri da una sponda ad un'altra di un lago).
I beni demaniali costieri non sono esauriti, ma vi è ancora disponibilità di superfici, da concedere, tramite bando, in nuova concessione; e ciò deve essere considerato come motivo per l'esclusione dall'applicazione della cosiddetta direttiva servizi; occorre considerare che, in ambito europeo, altri Paesi hanno legiferato in materia, e, a seguito dell'indagine svolta presso altri Paesi da Assobalneari Italia Federturismo Confindustria, si evidenzia in particolare: la Spagna (legge 28 luglio 1988, n. 22, come modificata dalla legge 29 maggio 2013, n. 2, di protezione e uso sostenibile del litorale, e con il reale decreto del 10 ottobre 2014, n. 876) che ha prorogato fino a 75 anni le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo scadute o che scadranno nel 2018 (proroga straordinaria e selettiva delle concessioni in essere che permette la trasmissione delle concessioni mortis causa) notifica in 4 anni, e tra viventi, previa autorizzazione; il Portogallo nel 2007 ha emanato una disciplina che ammette che il precedente concessionario possa esercitare un diritto di prelazione nel momento in cui si procede alla riassegnazione della concessione. Ambedue gli interventi normativi riguardano l'impulso ad attività economiche e la generazione di occupazione, che siano compatibili con la protezione delle coste, sostenuti dalla volontà politica di questi Paesi a difesa del loro comparto balneare che copia quello italiano,
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in data 25 marzo
2015, ha approvato un documento sulla revisione e il riordino della
legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime
(12/22/CR09/C5). La posizione è stata formalizzata al Governo nel corso
della Conferenza Stato-Regioni dello stesso giorno;
il documento riconosce che la necessità di adeguare il quadro normativo
italiano in materia di demanio marittimo ai principi comunitari in materia
di trasparenza, non discriminazione, libertà di stabilimento e libera
prestazione di servizi è un'esigenza indifferibile, anche in riferimento al
vuoto normativo che una pronuncia negativa delle Corte di giustizia
potrebbe comportare, e può costituire l'occasione per riformare ed
aggiornare l'intera materia, con ciò venendo anche incontro alle richieste
delle varie categorie economiche che operano sul demanio marittimo;
il documento, inoltre, contiene una serie di richieste, tra le quali: la
convocazione urgente di un tavolo di confronto con il Governo e gli enti
locali richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 gennaio 2015, per
favorire per il futuro una migliore sinergia tra le diverse istituzioni che
hanno il compito di gestire questa materia così strategica per il Paese.
E' passato oltre un anno e nel frattempo il Governo non ha fatto nulla.
Le mozioni mirano appunto a sollecitare il Governo.
Chi volesse leggere tutte le mozioni presentate su questo tema le trova qui:
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