Com'è noto l'art. 67 della Costituzione recita: « Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato »
Questo articolo della fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione più assoluta ai membri del Parlamento. In altre parole, per garantire la democrazia; i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere. Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica.
Ma in questi anni le cose sono molto cambiate, così da più parti, specialmente il prof. Michele Ainis stanno sollecitando l'introduzione anche in Italia del "recall" per combattere i trasformismo parlamentare che nella presente legislatura ha raggiunto picchi preoccupanti.
Il recall è un istituto in vigore in diversi Stati membri degli USA, ma anche in Canada e in alcuni Cantoni svizzeri per cui mediante votazione popolare si possono rimuovere dal loro ufficio, prima dello spirare del termine per il quale sono state elette, persone investite di cariche statali o locali e talvolta anche magistrati. In genere, perché si addivenga alla votazione popolare, è necessaria la presentazione di una petizione da parte di un certo numero di elettori. E' una pratica che risale addirittura alla democrazia ateniese ma che è sostanzialmente sconosciuta in Italia.
In Europa è diffusa l’idea che l’operato degli eletti debba essere giudicato dagli elettori solo alla scadenza del mandato, con il voto: chi ha operato male, non sarà rieletto. Concetto condivisibile, ma che non mette la cittadinanza al riparo da ruberie, scandali e dissesti economici dell’immediato.
In Italia poi, anche di fronte ad accuse circostanziate, chi ricopre una carica pubblica spesso non si assume le proprie responsabilità, nemmeno di fronte all'evidenza della colpa. Inoltre vige il principio che si vada ritenuti “innocenti fino a sentenza definitiva”: con i tempi della giustizia italiana, questo significa che l’opinione pubblica deve attendere parecchi anni prima di costringere un politico all'uscita di scena, con il rischio che eventuali reati o acclarate incapacità si perpetuino ben oltre il primo allarme.
Al momento esiste solo una proposta di legge dell'on.le Pisicchio per rimuovere i Sindaci.
ti.
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