domenica 25 dicembre 2016

I RISCHI DELL'ECCESSIVA CONCENTRAZIONE DEGLI ACQUISITI DI SERVIZI PER LA P.A.

Il quotidiano l'Unità riferisce in merito all' indagine sulla corruzione in Consip avviata dalla Procura di Napoli. Come molti sanno Consip è una società per azioni posseduta al 100% dal ministero dell'economia e delle finanze costituita nel 1997 ed operativa dal 1998 che si occupa degli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione come l’energia elettrica, il gas, il carburante per le auto, il riscaldamento e i contratti telefonici ma anche di dispositivi medici, di appalti di pulizie, ecc. stipulando delle convenzioni con le ditte aggiudicatrici alle quali poi si possono rivolgere Comuni e ASL per la stipula dei contratti.
Come si legge sul sito della Consip la stessa società in qualità di centrale di committenza nazionale, realizza il Programma di razionalizzazione degli acquisti nella PA. Sulla base di specifiche convenzioni, supporta singole amministrazioni su tutti gli aspetti del processo di approvvigionamento. Attraverso provvedimenti di legge o atti amministrativi, sviluppa iniziative che coinvolgono sia le proprie competenze nel procurement, sia la propria capacità di gestire progetti complessi e innovativi nell'ambito della Pubblica Amministrazione.
Tra le importanti gare d’appalto che la società pubblica gestisce ce n’è uno del valore di 2,7 miliardi di euro che è stato sottoposto a indagine dalla Procura di Napoli per sospetta corruzione e presunti illeciti di rivelazione di segreto e favoreggiamento. La vicenda sarebbe quella relativa all'appalto di Facility management consistente nella fornitura pluriennale dei servizi gestionali di uffici pubblici, università e centri di ricerca. 
La questione è interessante perchè riapre un tema dibattuto da tempo legato alla progressiva concentrazione delle stazioni appaltanti che giustamente mira a sollevare i piccoli comuni dalla gestione delle gare, spesso molte impegnative per affidare questa funzione ad enti aggregatori o a società come la Consip; questo avrebbe dovuto anche mettere al riparo gli enti locali da possibili infiltrazioni e dalla corruzione.
Il problema è che l'accentramento talora (come in questo caso) eccessivo di una gare per un valore assai rilevante da una parte uccide il mercato mettendo fuori gioco molti piccoli imprenditori (e quindi l'economia locale) per consegnare il tutto in poche mani; ma dall'altra parte si accentua il rischio che gli appetiti delle persone di malaffare si rivolgano al nuovo ente gestore che, se non è sufficientemente attrezzato per prevenire la corruzione rischia di essere anch'esso oggetto della malavita organizzata.
Non sarà facile trovare il bandolo della matassa, ma penso che, come spesso accade, la verità possa essere nel mezzo, occorre verificare la possibilità di fare gare a livello provinciale al massimo regionale per alcuni beni, ma poi basta, altrimenti si uccide il mercato.
La Consip seguiti tranquillamente svolgere la propria attività istituzionale, ma sarebbe bene che si evitasse di affidargli gare di dimensioni troppo ampie che possono attirare troppi interessi.

Nessun commento:

Posta un commento