Il rapporto dell'ISPRA di cui ho parlato qualche tempo fa sulla presenza dei pesticidi (e di molte altre sostanze) nelle acque superficiali e nella falda acquifere ha destato scalpore.
Ieri i governi della UE non hanno accolto la proposta di proroga dell'autorizzazione del glifosato, un potente erbicida sospettato di essere cancerogeno. Italia, Francia e Germania, Austria, Grecia, Portogallo e Lussemburgo si sono astenuti. Malta è stato l’unico Paese a votare contro, mentre gli altri 20 si sono espressi a favore, non raggiungendo il numero necessario di voti.
Ora il caso ritorna alla Commissione.
L’esecutivo dell’UE può chiedere una nuova votazione e, in caso di un ulteriore stallo, dare autonomamente luce verde alla sua proposta. Il punto è che questa non appare più una soluzione scontata. Nel caso in cui l’esecutivo UE decida di non rinnovare il permesso per altri 18 mesi, gli Stati membri avranno un massimo di 6 mesi per esaurire le scorte ancora in vendita e un massimo di 18 mesi, in totale, per fare uso di quelle già acquistate. L’autorizzazione alla vendita del glifosato nell’Ue, però, scade a fine giugno.
Una vittoria importante per il comitato che si era schierato decisamente contro il rinnovo dell'autorizzazione, ma anche una svolta importante per una maggiore attenzione verso queste sostanze che finiscono come residui negli alimenti e che poi arrivano alle acque superficiali ma anche alla falda acquifera venendo ad essere assunte anche dagli animali di cui poi ci nutriamo.
Sul mio blog, in alto a destra trovate u video su questo argomento.
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