Tra breve arriverà l'estate, siamo oramai già prossimi alla stagione balneare ma l'Italia è ancora in attesa di una decisione da parte della Curia di Giustizia europea in merito alle concessioni balneari. Il TAR Sardegna aveva rinvio al giudice europeo la decisione su una causa che ha come oggetto i seguenti punti:
- Se i principi della libertà di stabilimento, di non discriminazione e di tutela della concorrenza, di cui agli articoli 49, 56, e 106 del TFUE, ostano ad una normativa nazionale che, per effetto di successivi interventi legislativi, determina la reiterata proroga del termine di scadenza di concessioni di beni del demanio marittimo, di rilevanza economica;
- Se l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE (Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno) osti ad una disposizione nazionale, quale l’art. 1, comma 18 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, e successive modifiche ed integrazioni, che consente la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere per attività turistico-ricreative, fino al 31 dicembre 2015; ovvero fino al 31 dicembre 2020, ai sensi dell’art. 34-duodecies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, inserito dall’articolo l, comma l, della legge 17 dicembre 2012, n. 221, di conversione del predetto decreto-legge.
Al procedimento è stato assegnato il n. C-67/15 ed è stato associato ad un altro analogo C-458/14.
Dopo le dotte conclusioni dell'avvocato generale Szpunar a fine febbraio , la Curia ancora non ha pubblicato le proprie decisioni, ma da fonti bene informate sembra che non dovrebbe mancare molto
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